La mia Grecia

Ricordo di una delle giornate più belle della mia vita

piatto-jamboreeProprio in questi giorni si stanno celebrando le Giornate Mondiale dei Giovani a Cracovia. Assistendo ieri, con grande commozione, alla festosità di due milioni di giovani, provenienti da tutti i paesi del mondo per testimoniare il loro grande desiderio di Pace, Amore e Solidarietà, il mio pensiero non ha potuto fare a meno di ripercorrere l’indimenticabile esperienza vissuta nel lontano 1963 partecipando all’XI JAMBOREE WORLD SCOUT  che si tenne in Grecia a Maratona. Trattandosi di straordinarie esperienze, desidero rendere tutti voi partecipi dei sentimenti e degli stati d’animo provati ben 53 anni fa.

Già dal 1961 avevo iniziato a frequentare a Lecce il reparto scout dell’ASCI (Associazione Scout Cattolici Italiani) ed avendo parte della mia famiglia in Grecia, fui agevolato nel partecipare all’ XI Jamboree  (il raduno mondiale quadriennale degli scout). Fu un’esperienza indimenticabile. Il campo scout era stato allestito nella pianura di Maratona. Vi parteciparono 89 nazioni con 14.000 scout.

Capo del Campo era il principe ereditario Costantino di Grecia, che salirà al trono nell’anno successivo. Era uno straordinario colpo d’occhio vedere centinaia e centinaia di tende, di tutti i tipi e di tutti i colori. Rimasi stupito dalla varietà esistente delle divise adottate dagli scout di tante nazioni. Un vero abbraccio fraterno con tanti ragazzi come me che non avevo mai conosciuto e con i quali avevo anche difficoltà di interagire non conoscendone la lingua.  Un angolo di mondo dove si percepiva la vera “pace” e la consapevolezza che se veramente l’uomo avesse voluto vivere in pace, senza più le guerre avrebbe dovuto realizzare un Jamboree permanente.  L’attività più in voga era quella dello scambio dei gagliardetti, degli stemmi, dei cappelli. Dopo un paio di giorni non riuscivi più a riconoscere i tuoi colleghi italiani perché la divisa era stata modificata con l’applicazione di stemmi di altri amici di altri continenti.

Una vera festa dell’amicizia e dei colori. Nelle pause, tra le varie attività programmate era bello girovagare tra i vari campi dei diversi stati, in quanto si aveva la possibilità di assistere a delle tipiche e folcloristiche esibizioni mai viste, mai conosciute. Credetemi sensazioni così forti sono indescrivibili. Il tutto appariva sotto una dimensione diversa, quasi irreale, e comunque percepivo che stavo vivendo un momento indimenticabile della mia vita.

Ritengo opportuno sottolineare, per capire meglio cosa stavo vivendo, che allora nel 1963, non esistevano i cellulari e le macchine fotografiche digitali, esistevano solo quelle con pellicole in bianco e nero. 

Purtroppo la manifestazione fu velata da un evento che scioccò tutti i partecipanti.  Il 28 luglio l’aereo con 62 persone a bordo, proveniente dalle Filippine e diretto ad Atene cadde. Nessun sopravvissuto. Tra i sessantadue passeggeri vi erano ventiquattro scout della delegazione filippina che festosamente si recavano al Jamboree di Atene. Ancora oggi provo una grande commozione nel ricordare quell’evento, peraltro culminato nella parata finale che si tenne nello stadio Panathinaikos detto Kallimarmaro di Atene.

Lo stadio stracolmo con oltre 80.000 persone esplose, credetemi, letteralmente in un boato, che ancora oggi sembra udirsi nelle strade di Atene, allorquando nella parata di chiusura del Jamboree sfilò la bandiera delle Filippine.  Non vi era vicino a me nessuno che non avesse una lacrima sul viso. Ci stringemmo tutti insieme e sulle note del valzer delle candele cantammo: “E’ l’ora dell’addio ragazzi, è l’ora di partir, il canto si fa triste, è ver partir è un po’ morir, ma noi ci rivedremo ancora, ci rivedremo un dì, arrivederci allor fratelli, arrivederci si”. Ho gli occhi lucidi, piango come allora. Oggi però piango di gioia, per la consapevolezza di aver avuto nel corso della mia vita la fortuna, la gioia e la spensieratezza di aver vissuto momenti così straordinari che vorrei augurare a tutti i giovani d’oggi.

                                                                                              Pompeo Maritati

 

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