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Gli statali festeggiano.  Precari, disoccupati e indigenti pagheranno il conto

sindacatiSiamo, per fortuna a soli quattro giorni dalla consultazione elettorale referendaria. Domenica prossima gli italiani che hanno capito la riforma e tutti quelli che della riforma non gliene frega un tubo, andranno finalmente a votare.  La notte tra domenica e lunedì sarà una notte speciale, anche perché stando ai numerosi autorevoli pronostici è probabile che l’asse terrestre possa subire una ulteriore inclinazione, o come ha autorevolmente profetizzato qualcuno,  i cavalieri dell’apocalisse saranno in visita privata qui in Italia.

Ho appena 67 anni e di campagne elettorali ne ho viste tante, rissose e chiassose, ma come questa mai.

Che la politica di questi ultimi decenni  sia scaduta  è notorio ma non immaginavo che avesse ulteriori germi infettivi da scatenare una epidemia di cialtroneria, ignoranza e falsità. Si sono sputati addosso le più miserevoli ingiurie; hanno barato sui contenuti, dichiarando falsità , inventando scenari apocalittici e millantando un credito che onor del vero non è mai appartenuto a loro.  Si affermava oggi una qualcosa che a secondo dell’interlocutore,  il giorno dopo veniva riportata in senso opposto.  Due fronti, quelli del SI e del NO che hanno diviso il paese in un momento così delicato in cui sarebbe stato più opportuno dedicarsi agli atavici  problemi che ci assillano : disoccupazione, stagnazione economica, corruzione ed il continuo rafforzarsi della criminalità organizzata, frutto di una carente (leggi voluta) legislazione. 

Gli ultimi sondaggi, riferibili a una diecina di giorni fa davano il NO avanti con una forbice tra i tre e i sette punti. Ed ecco puntualmente il Premier Renzi, oramai diventato l’uomo più caritatevole d’Italia, erogare aumenti alle pensioni minime, rottamazione delle cartelle esattoriali e ciliegina sulla torta, ecco arrivato a quattro giorni dal voto anche il rinnovo del contratto degli statali che prevederà un aumento medio mensile di 85 euro. (Felice per gli statali, ovviamente meno felice per i lavoratori privati che dovranno loro accollarsi questo ulteriore aumento, anche perché onestamente non so proprio dove andranno a reperire queste risorse,  forse al Monte di Pietà di Firenze.)

Da un certo punto di vista non saprei dargli torto, non perché condivida questa sua generosa carità “politica”, visto che si rende conto di avere il sale sulla coda, solo che mi sarei aspettato un maggior rispetto verso quel popolo di cui oggi ne è il premier politico. Si cari italiani sta a voi adesso dimostrare che se non convinti di questa riforma pasticciata, quegli oboli elettorali, dovrebbero ulteriormente rafforzare la vostra convinzione di voto.

Aldilà delle personali convinzioni su questa riforma costituzionale, cresce e si rafforza purtroppo la vera amara e mortificante delusione nel constatare che questo paese è totalmente in mano a dei soggetti che da tempo non fanno più politica, che cercano solo di arraffare il potere, relegando sempre più in là le fasce più deboli.

Qualche anno fa, quando Eugenio Scalfari era ancora lucido, ricordo una frase che mi colpì e che ritengo una pietra miliare del suo pensiero, che diceva: “Dalla crisi economica probabilmente tra tre, cinque, sette anni ne verremo fuori. Purtroppo dalla crisi etica non ne usciremo prima di cinquant’anni”.

Io auguro che Scalfari abbia ragione, perché in merito al degrado etico e morale che ha infestato tutti i settori, pubblici e privati, forse ci vorranno molto di più di cinquant’anni.

Gli scenari post elettorali delineati vagano dal non succederà niente, all’invasione delle cavallette. Si ipotizzano, in caso di vittoria del NO,  fallimenti di ben otto banche, lo spread con i bond tedeschi schizzare oltre i 300 punti, caduta della borsa di Milano, che a onor del vero mi chiedo come fa ancora a sostenersi, con un debito pubblico oltre 2260 miliardi e con decreti approvati che ne andranno ad incrementare la sorte capitale.

La mia personale opinione è che le peggiori conseguenze, comunque di modeste entità, saranno più significative se dovesse vincere il SI. Oggi i poteri forti appoggiano Renzi e se vincesse lo avrebbero in pugno con risvolti finanziari ed economici che andranno ulteriormente ad appesantire la stagnazione.  Draghi prima o poi dovrà smetterla di sostenere l’euro oramai asfittico con il quantitative Easyng, anche perché dall’altra parte dell’Oceano c’ è un certo Trump che di difetti ne ha tanti ma si dice che ha un notevole pregio: una forte memoria. Matteo stai sereno.   

  

 

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