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IL GIORNO DELLA MEMORIA AD INTERMITTENZA

               

Il 28 gennaio scorso ho partecipato ad un convegno dedicato alla Giornata della Memoria, organizzato dal Club per l'UNESCO di Bisceglie, con il seguente tema: "Promise Land, viaggio, speranza, accoglienza" come dalla locandina qui pubblicata. Ho ritenuto interessante riportare, per sommi capi, il mio intervento che ho così denominato: "Il Giorno della Memoria ad Intermittenza"

Chi ha cercato attraverso i propri studi, o semplice curiosità storica, addentrarsi nei meandri del più atroce dei delitti commessi dall’uomo, quale quello del genocidio, non può non aver poi riflettuto sugli errori che ancora oggi si commettono, anche in cattiva fede, spesso propiziati dalla politica estera di molti stati, in perenne disaccordo tra di loro, a trovare le definitive soluzioni a tale efferato crimine.

Partiamo dalla definizione di GENOCIDIO: nel 1946 le Nazioni Unite riconobbero e fecero proprio il termine Genocidio, dandone la seguente definizione: NEGAZIONE AL DIRITTO ALLA VITA DI GRUPPI UMANI, RAZZIALI, RELIGIOSI E POLITICI”

Il termine genocidio fu coniato da Raphael LEMKIN che già nella conferenza internazionale di Madrid del 1933 cercò di far riconoscere.

Paradossale è che nel corso del Processo di Norimberga il termine “Genocidio” non fu mai utilizzato.

Il genocidio degli ebrei è oramai, finalmente conosciuto e riconosciuto dal mando intero, ricordato e tenuto nella sua debita evidenza.

I genocidi nella storia dell’uomo si sono sempre susseguiti. Quello che invece è il problema che ci si pone oggi, è stabilire le cause e le motivazioni ideologiche culturali che hanno dato origine al crimine.

Sono ahinoi numerosi i genocidi di cui l’uomo dell’era moderna si è reso colpevole. Molti dei quali taciuti se non addirittura non portati a conoscenza dell’opinione pubblica o minimizzati, o peggio ancora ritenuti quasi di serie “B” se perpetuati per un fine politico.

Le strategie di egemonia della politica estera di molti stati, per mera convenienza economica, hanno spesso manovrato per fare in modo che non si arrivasse ad un vero e proprio riconoscimento internazionale di alcuni genocidi. IL comunismo sovietico ha prodotto 20 milioni di morti in Russia e circa 80 milioni nel resto del mondo ma non mi pare che venga ricordato o commemorato.

Forse lo sforzo che la società moderna dovrebbe fare è un approfondimento degli eventi che hanno caratterizzato questo tipo di crimine internazionale per individuare, attraverso condivisi ed estesi rapporti internazionali, le modalità d’intervento atte a smorsare già sul nascere di nuovi genocidi.

Pertanto è mia opinione personale che l’umanità non ha saputo sfruttare la straordinaria occasione del Processo di Norimberga, che se messo su con delle finalità encomiabili, alla fine si è rivelato essere solo una ipocrita messa in scena, peraltro osteggiato proprio dalla nascente Organizzazione delle Nazioni Unite, l’ONU, che nel 1946 trovava nell’Unione Sovietica, rea di genocidio interno, un ostacolo non indifferente affinché si potessero mettere delle basi di diritto internazionale atto a combattere e punire questi crimini.

Il problema di non aver saputo punire agli occhi del mondo il genocidio degli ebrei, un mondo che usciva da un conflitto mondiale che aveva prodotto oltre 66 milioni di vittime, ha creato un precedente storico non indifferente, basato proprio sull’affermazione di Hitler che alla domanda di come avrebbe reagito l’opinione pubblica a quanto i tedeschi stavano facendo in Polonia, lui rispose candidamente: “la memoria dell’uomo è corta, basta poco tempo come abbiamo visto per lo sterminio degli armeni ad opera dei turchi che è stato dimenticato”.

Oggi per fortuna abbiamo il giorno della memoria, dedicato al genocidio degli ebrei, forse si dovrebbe cominciare a pensare ai giorni della memoria non solo per ricordare ma per riflettere sul genocidio in se, quale cancro mentale dell’uomo da debellare.

 

Ritengo infine doveroso ricordare alcuni dei genocidi che pare siano stati un po’ trascurati, quasi non avessero alcuna importanza, pur avendo prodotto sofferenze e numero di morti molto più elevati di quello del genocidio degli ebrei:

 

  1. Aborigeni australiani: forse uno dei più crudeli e dimenticati genocidi della storia, perché fatto contro persone inermi e pacifiche.
  2. Indiani del Nord e Sud America: anche questo lo possiamo considerare il genocidio perfetto: mai nessuno ha protestato, nonostante le decine di milioni di morti in pochi secoli; la cultura indiana è stata praticamente dimenticata da tutti e anzi, questo genocidio è stato ESALTATO DALLA CINEMATOGRAFIA AMERICANA
  3. Il genocidio dei Catari: fatto dalla Chiesa cattolica, gli ultimi catari donne e bambini furono massacrati per ordine del vicario Vaticano che ordinò ai soldati: “Uccideteli tutti, poi quando saranno morti, sarà Dio a giudicare se sono eretici o no”.
  4. Il genocidio del Ruanda, avvenuto solo pochi anni fa, milioni di morti a colpi di machete, solo per una differenza etnica.
  5. Genocidio ucraino: perpetrato da Stalin, forse un enorme errore di giudizio economico del dittatore sovietico, resta il fatto che milioni di ucraini furono lasciati a morire di fame in quanto il cibo fu requisito per altre destinazioni.
  6. Genocidio armeno: fatto dai turchi, che consideravano gli armeni ‘nemici della patria’
  7. Genocidio greco: fatto sempre dai turchi, stavolta a danno dei greci che abitavano in Turchia.
  8. Genocidio Rom: gli zingari da sempre sono stati perseguitati in quanto ‘popolo nomade’ quindi diverso dai popoli europei, ma fu nel XX° secolo che vennero considerati dai nazisti inferiori agli esseri umani, un ‘problema’ che fu risolto mettendoli in campi di concentramento ed in campi di sterminio, ne morirono centinaia di migliaia.
  9. Olocausto nero: è così che molti neri chiamano la deportazione di 10 milioni di schiavi neri, strappati alla loro terra per andare a lavorare nei campi in America del Nord e del Sud.
  10. Pol Pot in Cambogia: 3 milioni di morti in un paese che ne conteneva 20 milioni, un orrore senza fine perpetrato all’inizio per ragioni politiche, poi in un susseguirsi di atrocità sempre maggiori e dalla follia di un capo comunista.
  11. Genocidio in Congo: fatto dai Belgi – o meglio – da Re Leopoldo di Belgio che aveva degli enormi possedimenti di terra di sua proprietà. Qui migliaia di persone vennero torturate ed uccise per scopi commerciali.
  12. Guerre Herero, che poi si sono rilevate un vero genocidio fatto dai tedeschi in Africa nel 1904-1907 in Namibia (che erano le colonie africane tedesche).

L’umanità ha davanti a se ancora un lungo cammino da percorrere sulla strada dissestata della pace, della condivisione e del rispetto delle altrui ideologie. La politica da tempo succube del potere della finanza non è più l’elemento idoneo per far crescere quei necessari anticorpi atti a combattere la violenza insita nelle nostre menti, motivo per cui auspico,  già da ora, che sia la base della nostra società a realizzare quei necessari movimenti di pensiero che impongano alla classe dirigente di questo pianeta, la necessità e l’importanza di abolire il conflitto armato come soluzione alle controversie e agli abusi. Penso che questa rappresenti una delle poche Utopie che se l’uomo veramente ci crede, può trasformare in realtà.

        Pompeo Maritati

 

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