Vignetta sulla trasformazione dell banche popolari in Società per Azioni
Economia

La fragilità di un sistema finanziario mondiale fatto di carta straccia

La fibrillazione dei mercati finanziari, da est a ovest del nostro pianeta, ha assunto, da una parte una preoccupante quanto sproporzionata perdita di valore (nella famosa crisi del 1929 non si ebbero cadute giornaliere così rilevanti e consecutive) e dall’altra quella necessaria opportunità di fare luce su un sistema di carta straccia.

La liberalizzazione dei mercati monetari e finanziari, con conseguente via libera al sistema bancario di operare al di fuori di ogni vincolo, ha posto in essere una serie di meccanismi che hanno reagito sui mercati come dei veri e propri moltiplicatori di ricchezza ma di una ricchezza effimera, fatta di un susseguirsi e accavallarsi di transazioni finanziarie, senza un sottostante fondamento di concretezza materiale.

I Derivati[1], chiamateli pure Covered Warrant, altro non sono che operazioni finanziarie assimilabili e, non penso di fare un torto a nessuno, se le definisco delle mere operazioni di gioco d’azzardo. Si proprio così. La finanza non investe più sulle reali capacità di una azienda nella sua organizzazione aziendale atta a produrre   utili o a proteggere gli investitori dalle sue perdite. Oggi, da alcuni decenni, la finanza gioca, o meglio scommette se domani pioverà.

Basti pensare che le operazione sui derivati sono state avvalorate per un importo di oltre dieci volte il PIL mondiale, quindi quasi 100.000 miliardi di dollari. Scusate se è poco. Va precisato che queste operazione vengono poste in essere regolarmente, oltre che dai pescecani della finanza, anche  da tutte le banche del mondo.

Le crisi finanziarie dei decenni scorsi erano state determinate in buona parte proprio da queste scellerate operazioni, che unitamente alle operazioni di vendita allo scoperto[2], di azioni e obbligazioni, rientrano nella legalità consentita dai governi di tutto il mondo. Solo in questi giorni e nella crisi del Monte dei Paschi di Siena, la CONSOB, ha stoppato le operazioni di vendita allo scoperto.

Che una pandemia generi panico nei mercati finanziari è d’obbligo, ma i dati riscontrati sull’andamento sta determinando una non indifferente preoccupazione. C’è da sottolineare che, se vero è, che le borse, a causa della pandemia hanno perduto circa il 30% del loro valore, è anche vero che trattasi di un plusvalore, determinato da speculazioni che hanno ben caratterizzato l’anno borsistico trascorso.  

Ci si sta finalmente rendendo conto di aver messo su un farraginoso sistema finanziario, frutto di fantasiose alchimie, che sta dimostrando di possedere la forza di un foglio di carta. Lo stesso dicasi per quelle politiche poste in essere per riportare il costo del denaro a zero e in qualche caso sotto zero. Pare che questa politica nel medio lungo termine si stia rivelando negativa.

Le prime indicazioni ci dicono chiaramente che il sistema della gestione della liquidità mondiale va rivista, per certi aspetti riportata a 30/40 anni fa, regolamentando soprattutto, come lo era prima, il sistema operativo delle banche.

Un ultimo elemento da tener presente per una corretta disamina della problematica, è la progressiva concentrazione di banche. Acquisizioni e fusioni stanno proseguendo senza alcuna limitazione, consentendo la creazioni di super colossi della finanza, il cui potere diventa sempre più paurosamente pericoloso per la tenuta democratica e lo sviluppo sociale nel mondo. Quest’ultimo fenomeno riguarda non solo il sistema bancario ma anche quello industriale, con l’ulteriore anomalia che i due sistemi cominciano a fondersi tra di loro.

Quello a cui oggi non saprei rispondere è se questa pandemia servirà a far aprire gli occhi ai popoli occidentali in particolare. Quello che appare inequivocabile è cominciare a porre dei rimedi, prima che si raggiunga il punto di non ritorno, con l’auspicio che non sia stato già varcato.

[1] Per chi volesse approfondire queste tematiche, può consultare il mio libro “Il potere della finanza e la sua autonomia morale.

[2] Sulle operazioni di vendita di obbligazioni e azioni allo scoperto vedi: https://www.apsec-lecce.org/2020/03/13/cosa-sono-e-perche-ancora-sono-consentite-in-borsa-la-vendita-di-titoli-azionari-e-obbligazionari-allo-scoperto/