Auguri mia povera ItaliaDi periodi brutti il nostro paese ne ha visti tanti, come quello che stiamo vivendo oggi:mai. Non siamo alla fame o al caos sociale. Non ci sono i “morti di fame” nelle nostre strade. C’è qualcosa che secondo me è forse peggiore,  cioè l’ipocrisia abbinata alla corruzione e al clientelismo che oramai investe inesorabilmente tutte le aree economiche e sociali. Non c’è giorno che qualche magistrato non esca fuori con qualche nuova inchiesta di appropriazione indebita, di concussione ecc. Non c’è mai nessuno che reo di questi fatti paghi. Strano, gli istituti penitenziari sono stracolmi, ma di questa gente non c’è traccia. In galera è finito lo spacciatore di droga, il furfantello da quattro soldi senza alcuna protezione legale.Coloro che con la loro corruzione mettono in ginocchio migliaia di famiglie, generando disoccupazione e aumento delle tasse e di conseguenza recessione, sono a godersi “la vita. Questa nostra Italia penso che sia veramente in ginocchio. Non vedo alternative o un bargliume  di luce che possa farci sperare in una inversione di tendenza.  

Il medio evo è oramai ritornato.

Principi, vassalli e valvassori si sono spartiti il potere e le ricchezze,  abbandonando il popolo alla sua deriva.  Un popolo che nonostante l’evoluzione sociale ed economica di questi ultimi decenni ha pensato più a se stesso a livello individuale, inseguendo e auspicando il favore politico, disinteressandosi poi del malcostume dilagante. Che gliene fregava a lui, il problema se c’era,  era di qualcun altro che non  aveva avuto la fortuna di avere l’attenzione del politico di turno. E’ una Italia questa veramente sconquassata, dilaniata divisa. Non ha più un a sua identità. Si plaude a chi ha denigrato, offeso, vilipeso, la gente del sud nei suoi articoli,  spianando la strada al federalismo, alla lotta intestina, alla divisione di un popolo, in barba alla sua storia. Una nazione così non penso che si possa definire tale. Una nazione il cui popolo tira fuori il tricolore solo quando c’è una disputa calcistica ignorando, la stragrande maggioranza, il 150° anniversario della sua unità, dovrebbe solo avere il coraggio di saper fare autocritica.  Questo coraggio purtroppo non c’è anche perché manca la capacità di saper analizzare, valutare ciò che sulle sue spalle si sta concretizzando. 

Il nostro è ancora il classico popolo che è in attesa del suo “liberatore”, non ha ancora capito che la libertà dell’autodeterminazione democratica la si deve conquistare giorno dopo giorno, con l’impegno e la partecipazione. In attesa che questa metamorfosi avvenga, aspetta, auspica e elegge i suoi temporanei “Salvatori”.  Oggi è il turno del prof. Monti, sicuramente una “brava persona” che ha avuto il difetto di stare molto in Europa, dimenticando il significato corretto delle parole “Equità, liberalizzazioni, patrimoniale”.  L’unica parola il cui significato è stato applicato correttamente è “sacrifici” ovviamente, come al solito, chiesti alla povera gente. Se non è Ipocrisia questa, scusatemi, ditemi voi che cos’è.

Alla fine dell’anno tutti noi ci auguriamo che le cose, per il prossimo, cambino in meglio.  Ciò sarebbe stato possibile se avessimo seminato bene. Io ho seri dubbi che la semina del popolo italiano sia stata positiva. Mi auguro, pertanto, di avere torto e che l’anno nuovo possa rappresentare il punto di svolta etico sociale per tutta la nostra gente. Auguri mia povera Italia.  

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