“Battiam battiam le mani arriva il direttor, battiam battiam le mani all'uomo di valor” così recitava una vecchia canzoncina che appartiene al 1954 che ben si presta all’attuale situazione politica. Non per fare gratuita ironia ma dopo esattamente sessant’anni non mi pare che la gente abbia molta voglia di battere le mani soprattutto perché è venuta meno la seconda parte della canzoncina, la più importante cioè “battiam battiam le mani all’uomo di valor”
La confusione politica, l’incapacità di saper dialogare sui veri problemi del paese, probabilmente perché dilaniata e moralmente distrutta da una dilagante corruzione, una vergogna che non riguarda solo la classe politica ma tutto il contesto culturale del nostro popolo, tra qualche giorno sarà chiamata a nominare il nuovo Presidente della Repubblica. E’ già in atto il totopresidente, si accettano scommesse, numerose le ipotesi, alcune emblematicamente rappresentative dell’imbecillità, altro male incurabile del XXI secolo. La drammaticità del momento, tra l’altro caratterizzata da una fibrillazione interna che pare abbia contagiato tutti i partiti, non consentirà sicuramente la ricerca di un soggetto autorevole che possa esprimere oltre alla condivisione politica la statura morale, culturale e professionale, ovvero “l’uomo di valor”.
Chi oggi tra tutte le comparse che calpestano il palcoscenico della politica può esser ritenuto “uomo di valor”? Per fortuna qualcuno in Italia c’è ancora, solo che ho la vaga impressione che gli “uomini di valor” da noi non siano ben voluti, probabilmente per non far sfigurare i quattro burattinai della politica che certamente, non essendo ancora dementi, hanno capito e individuato i propri limiti. Altrimenti non riuscirei a capire perché nell’attuale governo seggano ministri, sicuramente brave persone, moralmente a posto, rispetto a tanti predecessori, ma le cui esperienze e conoscenze non sono apparse idonee a ricoprire incarichi di così rilevante importanza e soprattutto in un contesto economico e politico così difficile. I veti incrociati, le riforme da utilizzare quale merce di scambio, stanno ulteriormente inquinando il già turbolento iter elettivo del nuovo presidente della repubblica in quanto ognuno lo vorrebbe proveniente o quanto meno orientato a favorire una sola parte politica. Si perché l’imbecillità di cui accennavo prima, ha devastato ogni eventuale forma di intelligenza politica finalizzata al bene della collettività.
Cosi che tra qualche mese, il nostro nuovo capo dello stato potrebbe rappresentare un ulteriore tassello negativo per un eventuale inversione di tendenza di questa becera e vergognosa politica italiana. Motivo per cui, come avete notato, il capo dello stato l’ho scritto per la seconda volta a caratteri minuscoli.