La crisi finanziaria che sino a qualche mese sembrava essere un problema altrui, oggi è scoppiato in tutta la sua drammaticità. L’esposizione debitoria del nostra paese per l’enorme debito pubblico accumulato grazie a delle politiche di vero sciacallaggio politico, ha cominciato a far temere seriamente sul futuro del nostro Paese. L’instabilità finanziaria accompagnata da una instabilità politica senza precedenti, ha generato sfiducia sui mercati finanziari i quali in questi giorni, visto i dati andamentali, stanno scommettendo più verso un epilogo drammatico che in una inversione di tendenza anche se molto lenta. In questo contesto l’incapacità politica di saper affrontare con seria determinazione ha dimostrato tutta la sua inettitudine. Io la definirei, questa inettitudine, una vera incapacità di saper, almeno una volta nel loro percorso politico, e mi riferisco ai relativi soggetti protagonisti, di guardare agli interessi del paese. Mai come in questi mesi abbiamo assistito a comportamenti che hanno solo irritato i nostri patner europei. Il centrodestra con la sua caparbietà ottusa di sottovalutare i problemi e il centrosinistra in perenne stato di litigiosità. A farne le spese ovviamente siamo stati noi. Tanto a loro, mi riferisco alla classe politica, dall’alto delle loro faraoniche prebende, poco se ne son fregati della povera gente in lotta continua con il caro vita e con un degrado dei servizi pubblici.
La mia personale opinione è che i mercati finanziari, aldilà della speculazione omni presente in certi situazioni, hanno percepito la totale inettitudine di una classe politica, oramai da tempo lontana dai veri interessi del paese. Una classe politica attenta a risolvere i problemi dei loro colleghi eventualmente indiziati di reato, ad accelerare i tempi della giustizia, senza prevederne l’ammodernamento; alla realizzazione del ponte di Messina che gli stessi siciliano non vogliono; ad apportare drammatici tagli lineari che hanno avuto l’effetto di mettere in crisi la scuola, università e tutti gli enti locali, i quali non ci hanno pensato due volte a sopperire ai loro fabbisogni di cassa aumentando pesantemente le tasse locali e il costo dei servizi da loro resi. Le istituzioni finanziarie e politiche, non solo dell’Europa, hanno capito che il problema Italia non è il debito pubblico, comunque esorbitante, è l’inettitudine della classe politica a saper intraprendere un cammino di risanamento dei conti pubblici in quanto se di risanamento parliamo, quello più impellente è proprio quello della classe politica e dirigente di questo paese. Basta leggere la cronaca, non vi è giorno dove non ci sia un qualsivoglia ente pubblico che non sia stato interessato da indagini della magistratura per appropriazione indebita di fondi, di corruzione, concussione, associazione a delinquere ecc. ecc. Questo i nostri patner stranieri lo hanno capito, e da tempo pure. Una degenerazione etica che anche in presenza di situazioni drammatiche come quelle che stiamo vivendo in questi mesi, loro, i politici, non ha fatto altro che pensare ai propri interessi. Riporto un solo misero esempio di indifferenza: alla fine di luglio i nostri parlamentari se ne sono andati in vacanza. Vi ricordate del programmato viaggio in terra santa di circa un centinaio di parlamentari? Il Paese era chiamato dalla comunità internazionale a prendere provvedimenti seri e loro pensavano alle “Vacanze”. Di tutto ciò ovviamente la colpa, se mi permettete, senza offenderci (mi ci metto pure io) è nostra. La nostra apatica indifferenza alle problematiche del paese ha permesso a questi signori di portarci non più sul ciglio del baratro, ma nel baratro, basta pensare solo allo scippo effettuato nei confronti dei giovani dove veramente la nostra generazione ha scippato il loro futuro. E noi cosa facciamo? NULLA. Forse allora è valido quel detto “che ci meritiamo la classe politica che abbiamo”. Io però su quest’ultima affermazione non sono molto d’accordo, in quanto sono convinto che la stragrande maggioranza del popolo italiano sia dedita con serietà, passione, intelligenza e soprattutto con senso etico, a produrre quei necessari anticorpi a questa scellerata politica rappresentata da opportunisti . E’ qui il nostro problema.
Non si tratta solo di riuscire a riavviare il volano dell’economia aumentando il PIL. Non serve a niente se da una parte produciamo di più e poi dall’altra si spreca la ricchezza appartenente ad un popolo nel mantenere intrallazzi di dubbia utilità, ma solo utile a rafforzare il potere elettorale.
Al primo punto del governo Monti, ci dovrà essere la moralizzazione di questo paese. Il recupero dell’etica, il rispetto deontologico del processo politico. Questo lo si potrà attuare solo attraverso nuove norme che vadano a regolamentare i perversi comportamenti che oggi hanno solo provocato danni. Individuare gli sprechi, riorganizzare le funzioni dei pubbliche funzioni, ma soprattutto che ci siano a valle sanzioni chiare, determinabili e per favore che siano applicabili. Oggi in presenza di errori che hanno generato lo spreco di miliardi e miliardi di euro, non ha mai pagato nessuno in termini di responsabilità personale. E’ questo che deve terminare. Chi sbaglia paga. Ogni dipendente dello stato deve comportarsi come qualsiasi dipendente privato, se sbaglia paga. Paga sia in termini materiali rispondendo con il proprio patrimonio personale sia in termini lavorativi, cioè va a casa. E’ improponibile pensare che assessori comunali, provinciali, regionali, possano divertirsi alle spalle dei cittadini nel portare avanti progetti poi rivelatisi solo cattedrali nel deserto, o dei veri e propri sprechi di denari pubblici solo per qualche recondito desiderio personale. Tutto ciò deve terminare. Può cessare solo se si mettono dei paletti chiaramente visibili e sopra ogni cosa ci dev’essere la sanzione severa che faccia da deterrente alle allegre amministrazioni.
L’ICI, la patrimoniale, le pensioni, l’art.18, il sistema del potere finanziario, sono tutti argomenti che sicuramente vanno affrontati con serena determinazione. Però se non si parte con un serio progetto di rinnovamento etico del sistema Stato, ci ritroveremo come al solito a dover i molti a pagare gli errori dei pochi, con l’altrettanta iniqua situazione in cui chi sbaglia non paga, anzi continua a vedere rafforzarsi il suo potere ed il suo patrimonio personale.
di Pompeo Maritati