Da domani basterà attendere un anno dalla data di avvenuta separazione, due se si hanno figli minori, per essere annoverati tra coloro che “ipocritamente qualche anno prima” hanno giurato: “di essere fedeli sino a quando morte non ci separi”. Una cosa è certa, siamo di fronte alla più grande ipocrisia che l’uomo abbia potuto inventarsi dalla storia dei tempi. Una folle corsa per allestire un matrimonio che oggi, bene o male, costa un occhio della testa, promettendosi amore eterno, avendo già in tasca la certezza che basterà una piccola pratica burocratica per scordarsi, che di fronte a qualche centinaio di persone, nonché ad un ufficiale dello stato civile del comune, o esponente del clero, ci si era promesso l’amore eterno. Io definirei questo un’assicurazione contro gli eventuali futuri litigi coniugali. Un iter burocratico snello, veloce, che possa ai primi segnali di incompatibilità coniugale, da utilizzare per dare immediato corso ad una ulteriore promessa eterna.
Diciamocelo serenamente e senza sotterfugi, il matrimonio oggi altro non è che un sacramento e un contratto civile annoverabile tra gli “Usa e Getta”.
E’ vero la società è cambiata, per fortuna le donne di oggi hanno giustamente diritto alla loro indipendenza e soprattutto alla loro tutela. Meglio chiudere subito un rapporto coniugale nato male che trascinarselo tra litigi e cattiverie di ogni tipo come succedeva nei decenni del secolo scorso. Solo che, come al solito, in quest’epoca di modernismo un po’ scellerato, abbiamo perso la capacità di dialogare, di comprendere, di saper perdonare e qualche volta di saper anche soffrire con la speranza che qualcosa possa domani andare meglio. Oggi basta che una coppia di coniugi litighi, non perché lui o lei ha pensato bene di trovare al di fuori del tetto coniugale soddisfazione ai propri bisogni primordiali ma per futili motivi, per una spaghetto scotto, per una frase fuori posto della suocera, per una camicia mal stirata, per dar corso ad una pratica di separazione.
Il numero dei matrimoni scoppiati in questi ultimi anni è in continuo aumento e meno male che ci sono i corsi prematrimoniali. Chi sa se non sarebbe forse meglio eliminare questi corsi, oppure, diciamocelo seriamente, c’è qualcosa che nella zucca delle persone è cambiata?
Io penso che la liberalizzazione dei costumi, per alcuni versi, elemento positivo della società (quando non è incontrollata) ci sta portando ad un approccio nei confronti dell’altrui sesso di tipo “animalesco” cioè mi piace quello o quella, ci vado, ci provo e se dopo posso sempre cambiare.
Il tutto potrebbe anche andar bene, anche se tutto ciò rappresenta l’inizio dell’agonia della famiglia, purché si abbia la lucidità mentale che in caso di titubanza coniugale, evitiate di mettere al mondo dei figli, i veri disgraziati del matrimonio usa e getta.