Se guardiamo con attenzione lo sviluppo sociale, politico ed economico del nostro paese, iniziando dal dopoguerra, ci accorgiamo che in questi mesi stiamo vivendo il periodo più fortunato. Non accredito quest’alea favorevole al governo Renzi che, al contrario per molti versi mi ha deluso. Appartengo a coloro che per ben due volte ha tirato fuori i due euro per votarlo alle primarie del PD. Se dovessi farlo oggi ci penserei su tre volte.
Una serie di circostanze, tutte di natura economica finanziaria sviluppatesi al di fuori dei nostri confini, stanno influenzando positivamente un po’ tutta l’economia europea e non solo.
Il repentino quanto incredibile ribasso delle quotazioni del petrolio, sceso di oltre il 60% nel giro di soli pochi mesi, ha messo in moto la produzione industriale. Se a questo poi ci accostiamo il sensibile calo delle quotazioni sui mercati internazionali di numerosissime materie prime, il gioco è bello che è fatto.
Non solo, le politiche monetarie che la BCE sta seguendo stanno incoraggiando i mercati.
Sta rastrellando titoli dei debiti pubblici degli stati più in difficoltà e da questo mese immetterà nuova liquidità per 60 miliardi al mese per 36 mesi. E’ il carnevale della finanza. Si proprio così, trattandosi di espedienti che altro non sono che travestimenti e false rappresentazioni di una politica monetaria fallimentare, dove per porre rimedio agli errori del passato (leggi austerità) sta commettendo oggi l’errore opposto. La liquidità sicuramente avvierà un periodo di euforia finanziaria. Le quotazioni dei titoli saliranno, la gente crederà nel miracolo economico e comincerà fiduciosa a riprendere il vecchio circolo vizioso dell’indebitamento oltre le proprie possibilità. Una volta cessato il riversamento di liquidità “fittizia” perché solo di carta straccia trattasi, la bolla si sgonfierà e ci ritroveremo un tantino peggio di ieri. E’ questa la mia previsione sul futuro dell’economia europea.
Tornando invece all’immediato e ai fatti di casa nostra, come anzidetto, numerose sono le condizioni che avrebbero già dovuto innestare una inversione di tendenza economica. Invece solo in gennaio (2015) si parla di una lieve quasi impercettibile riduzione della disoccupazione con un altrettanto flebile incremento del PIL. Il treno Italia al momento non ha saputo approfittare di tutte queste favorevoli condizioni come peraltro fatto da tanti altri stati patner europei. Noi siamo ancora al palo, mentre il debito pubblico cresce. E’ notizia di ieri, l’ISTAT ha ahinoi affermato che la disoccupazione, contrariamente a quanto evvenuto in gennaio è in crescita.
Abbiamo un capo del governo che pur avendo promesso tanto, al momento non ha saputo mantenere fede alle sue parole. Un personaggio che io definisco dotato di una importante qualità, che però non gli appartiene se non in forma indiretta, cioè “la fortuna” e come si dice da noi trattasi di soggetto che “ha culo”. Vorremmo però che questo sua fortuna possa essere messa a frutto di tutti quei milioni di disoccupati ai quali giorno dopo giorno, le nuove normative tolgono solo diritti incrementando solo l’area dei doveri. Le tutele sul lavoro sono quasi sparite, il lavoro è diventato una chimera, gli ammortizzatori sociale restano sempre inadeguatamente al di sotto degli standard europei e le pensioni saranno solo dei vecchi ricordi ingialliti.
Non sono contro Renzi, sono contro tutti coloro che hanno oggi la possibilità di approfittare di tante straordinarie condizioni di mercato per favorire finalmente una inversione di tendenza della nostra economia e invece fanno molto poco o niente.
Il sistema oggi ha bisogno di forti scossoni essendo stato soggiogato e sottomesso da interessi frutto di pura corruzione e clientelismo. Ha bisogno di esempi improntati al rispetto delle regole ridando fiducia ai cittadini facendo loro finalmente capire che la rivoluzione francese è cosa di oltre due secoli fa e che lui non è più un suddito. Il cittadino ha bisogno di recuperare la credibilità nelle istituzioni e ad esse far affidamento. Sentirsi partecipe, parte integrante del sistema e non solo lo strumento per garantire la risorsa finanziaria per coprire sollazzi e sprechi di una classe dirigente malata.
Quello che addebito a Renzi è sicuramente la sua spavalda arroganza, per aver voluto da subito promettere mari e monti al paese, e dopo un anno ancora non ci ha messi nelle condizioni di poter fare nemmeno una gita fuori porta. Che iniziasse a parlar di meno e fare di più. Infine un consiglio personale, attenzione aver “culo” oggi non significa avercelo anche domani, pertanto a buon intenditore poche parole.