Da quando questa crisi finanziaria ha iniziato ad attanagliare in particolare le economie occidentali, si sta più frequentemente sentendo parlare di “Perdita della Sovranità Nazionale”. La gestione allegra delle casse pubbliche di molti paesi, peraltro manovrate grazie a governi accondiscendenti e di scarso spessore politico, economico e sociale, ha prodotto, necessariamente, l’introduzione obbligata di comportamenti virtuosi. In poche parole chi oggi detiene i cordoni della finanza mondiale, vedendosi in pericolo, grazia alla scellerata politica interna di alcuni stati, obbliga quest’ultimi a tirare la cinghia, in poche parole la politica è succube oramai delle decisioni della finanza. La sovranità nazionale è stata deposta, al suo posto si è insediata la politica dei tecnici o peggio ancora quella dettata dalle banche centrali e dai giganteschi interessi delle lobbies della finanza.
Ecco che si pone il problema della perdita della sovranità nazionale. Cioè un popolo, una nazione non ha più la sua capacità decisionale indipendente, dipendendo in tutto e per tutto dalle decisioni di strategia economica da altre istituzioni esterne e straniere. Decisioni che ovviamente hanno un drammatico impatto nelle politiche sociali interne. Addirittura queste nuove disposizione sono state imposte in termini coercitivi e senza condizioni. Il potere politico pertanto risulta paralizzato, io direi traumatizzato, in quanto essendosi sin’ora ritenuto al di sopra delle parti e purtroppo, ahimè anche del suo stesso popolo, viste le conseguenze nefaste, non riesce più a capire il suo vero ruolo.
Un male questo che potrebbe rappresentare una grande opportunità per tutti, solo se questi politicanti da quattro soldi sapessero trarne la giusta lezione. E’ qui che purtroppo sorgono dubbi atroci. Sarà la politica all’altezza di sapersi dare delle giuste regole comportamentali atte a far funzionare al meglio i futuri governi? Io nutro seri dubbi, in quanto purtroppo i politici di ieri pretenderanno di gestire la politica di domani, con gli stessi errori e purtroppo anche con le stesse teste di ieri.
Solo che oggi la gente, in presenza di una nuovo modo di fare politica, quella dei tecnici, quella di persone quanto meno “pulite” pur non sempre condividendone le scelte, riesce ad apprezzarne per il loro stile di sobrietà e preparazione professionale. Tutto ad un tratto la gente si è vista spazzare via l’arroganza, l’ignoranza, la becera litigiosità e la falsità ideologica di tanti biscazzieri della politica. Saranno questi quattro tecnici del governo italiano che secondo me daranno una svolta “etica” alla politica.