Piatto in creta della tradizione artigianale isolana greca

Leggevo peraltro proprio oggi, che uno degli elementi che preoccupano gli analisti finanziari è la continua crescere dell’aspettativa di vita, aspetto questo che comprometterebbe l’equilibrio economico dello stato sociale di un paese. Le borse risentono di tale indicazione in termini negativi. Ci si preoccupa che domani la previdenza sociale non avrà le disponibilità per far fronte alle aumentate esigenze di cassa. I mercati finanziari pagano già oggi aspetti che ancora sono lontani qualche decennio. Siamo alla follia. Siamo di fronte ad una società che è letteralmente scoppiata. Una società che ha perso il suo orientamento. Non esiste più un’etica sociale. La solidarietà tra generazioni, la progettazione congiunta del futuro sono solo chimere. Oggi si guarda solo al tornaconto immediato, si specula sulle debolezze e sugli errori senza però mai porvi un serio rimedio. Sembra che tutto stia andando a rotoli ma non si parla mai di metterci una pezza. 

Gli studi e le ricerche oramai costano anch’esse e i nostri governanti fagocitati dalle lobbies della finanza non riescono più a progettare aldilà dell’arco temporale di una settimana. Improvvisazione, impreparazione, e quel che è peggio è l’incapacità stanno segnando la fine dell’identità della gente. Prima era meraviglioso andare in giro per il mondo per ammirare e apprendere le diversità culturali. Oggi questo sta assumendo sempre più un aspetto meno interessando in quanto ci si sta appiattendo in una società studiata e voluta a dimensione di plutocrate. Tutti a produrre, a lavorare almeno dodici ore al giorno, scordarsi dei diritti sindacali, e ringraziare per aver comunque in questa giornata avuto la possibilità di lavorare.Se questa è la società di oggi, dove non s’intravedono segnali di inversione di tendenza, figuriamoci quella che sarà tra trenta o cinquant’anni. 

Non so se l’uomo continuerà a subire questa subdola sottomissione al dio denaro, certo è che oggi i suoi anticorpi sembrano essersi dileguati.  Già oggi ricordiamo con triste nostalgia lo stile di vita di qualche decennio fa. Attenzione stile di vita non in termini economici ma culturali, etici , dove i rapporti interpersonali erano molto più attivi e fecondi di amicizie, di conoscenze e di esperienze. Oggi siamo diventati degli automi senza cuore,  dove lo sport preferito è quello di poter scorazzare accompagnati da un carrello della spesa, in piena solitudine,  nei grandi, freddi  supermercati privi di vita, dove quel poco di noi stessi che è ancora rimasto, si sta perdendo nella falsa e materialistica soddisfazione di un bisogno materiale.   

 

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