Il Governo dell’inciucio ideologico è stato varato. Così i più lo definiscono. Un governo frutto di accordi e compromessi la cui maggior parte dovrebbero essere stati ottenuti sotto banco. In circostanze in cui la stragrande parte dell’elettorato di destra e di sinistra si sente tradito, ipotizzare accordi di poco chiari non è cosa del tutto sbagliata. Oggi sotto lo stesso ombrellone, sotto la canicola del vertiginoso debito pubblico e l’occhio severo e vigile dell’Unione Europea siedono due atavici nemici che di positivo, per loro, hanno saputo fare di necessità personali, virtù. In effetti , trattasi di due soggetti che di complementare hanno solo la caduta di credibilità politica, vista le differenti posizioni soprattutto in materia di legalità, corruzione e stato sociale.
Un gemellaggio infelice dove già a meno di 24 ore dall’approvazione della Camera, Berlusconi ha già iniziato ad alzare il tiro e pretendere l’eliminazione totale dell’IMU, mentre Letta nel suo discorso ne prevede una rimodulazione. Vorrei poter capire quali saranno le larghe intese di questi tre gruppi, se per gruppo vogliamo inserire l’insignificante presenza dei montiani.
L’interesse del paese vorrebbe che questa formula funzionasse e che si iniziasse a fare seriamente e concretamente qualcosa a favore della stagnazione economica. Solo che anche a voler metterci tutta la buona volontà ci riesce difficile comprendere come e quando queste anime così diverse e per certi aspetti anche controverse saranno all’altezza della situazione. Nel PDL oggi abbiamo un capo padrone, che ci piaccia o no riesce a tenere unito il partito, si con qualche mugugno ma è poca cosa rispetto al PD senza oramai una guida, privo di qualsiasi figura professionale e carismatica che possa riunire il partito, oramai frammentato ma non rottamato, consentendo alle vecchie anime di continuare a creare quella frattura generazionale iniziata da Renzi e della quale lo stessi Renzi ne è stata la vittima. Un PD che ha avuto il grande pregio di bruciare i suoi uomini migliori e ritengo che dopo la posizione assunta da Renzi nell’ambito dell’inciucio consumato, possa ritenersi bruciato anch’esso.
Una situazione difficile, anzi drammatica per il PD che oggi dovrebbe, a mio modo di vedere, se si andasse ad una consultazione elettorale, non raggiungere nemmeno il 20% (ottimistica previsione). Mentre vedrebbe il PDL in forte crescita, passando Berlusconi dal designato sconfitto preelettorale al vincitore morale di questa nuova soluzione governativa.
In tutto ciò risiede una aspetto molto preoccupante che forse per scaramanzia non si vuol accennare o forse, peggio ancora, per consapevole incoscienza, che questa per l’Italia è veramente l’ultima spiaggia. Solo che l’anacronistica letterina di Natale, perché tale mi è parso il programma di Letta ieri, è stata preparata in piena primavera, quindi fuori tempo. Sono preoccupato proprio per questo, perché fuori tempo, fuori da una logica voluta e sperata di una condivisione di un programma serio atto a salvare il Paese. Un programma che ingenera ahimè false aspettative in un sistema che non possiede, oltre che le risorse economiche, il necessario cambiamento soprattutto etico che doveva essere rappresentato al primo punto del nuovo programma di governo. Senza una legge sulla corruzione, che preveda finalmente il rispetto delle regole e l’eliminazione di tanti privilegi a favore del pubblico, spesato dal privato, non si andrà da nessuna parte. Un vecchio proverbio recita che il lupo perde il pelo ma non il vizio, allora due sono le cose da fare, evitare di stare con i lupi (che a dire il vero sono degli animali stupendi da prendere ad esempio) oppure alzare il livello delle difese.
Di tutto ciò non c’è traccia. Anzi tutta l’opinione pubblica oggi è in attesa di conoscere gli esiti giudiziari dei processi in corso a carico di Silvio Berlusconi. In molti prevedono esiti a lui favorevoli a seguito dell’inciucio di cui sopra anche perché in caso di condanna non si capirebbe come potrebbe accettare di stare al di fuori dal parlamento, in quanto ineleggibile, senza togliere la spina al governo Letta. Ovviamente ragioniamo per ipotesi anche perché a onor del vero sin’ora questa politica e loro personaggi non è che ci hanno dato sempre un’immagine di seria correttezza e rispetto delle regole, chi sa, potrebbe essere questo l’inizio di una nuova era? Bisognerà valutare e capire cosa, in caso di condanna, sia più importante per il Capo del PDL, il valore delle sue aziende che se il governo va avanti salirebbero o la crisi di governo che porterebbe inevitabilmente all’ingiù il valore del suo patrimonio?
Una cosa è drammaticamente certa per questo Paese e cioè che il suo futuro ancora oggi dipende da Berlusconi. Vi piaccia o no è un suo merito e vanto e per l’opposizione una amara, drammatica e per certi versi vergognosa sconfitta.