ERACLE, ULISSE, ACHILLE OMERO E I MIRMIDONI un libro di Pompeo
I miei Libri

Sono ritornati gli Dei dell’Olimpo

Tratto dal libro di Pompeo Maritati: ERACLE, ULISSE, ACHILLE OMERO E I MIRMIDONI Una storia quasi vera. E se Omero si fosse sbagliato?

 Come se non bastasse già quanto raccontato, quello che mi lasciò attonito, era l’apprendere che la sua presenza, in questa meravigliosa notte d’ottobre era stata auspicata dal volere di Atena, la dea amata dagli Egineti. Pare, stando al suo racconto, che Atena, consultatasi con Zeus, Venere, Apollo e Giunone, tutti insieme avevano deciso di mandare Eracle ad informarmi della loro benevolenza nei miei confronti, avendo dimostrato nel corso della mia vita di amare tanto la Grecia e in particolare l’isola di Aegina. Ma la cosa più strabiliante fu, che Eracle non era altro che me stesso,  vissuto in una mia vita 3200 anni fa, e stava cercando di dimostrare che la tanto vituperata idea sulla reincarnazione, in effetti era più che vera e che contrariamente a quanto si è creduto da molti secoli, gli Dei dell’Olimpo sono esistiti veramente e continuano a dimorare con le loro stesse abitudini il monte Olimpo.

La reincarnazione viene determinata dagli dèi e non è consentita a tutti gli esseri viventi, precisò Eracle. Esistono alcuni tipi di reincarnazioni che dipendono dalla qualità della vita svolta e a quanto pare non più di un 10% di uomini e donne continueranno a rivivere  per numerosi millenni. I meno buoni, chiamiamoli così, vengono fatti rinascere nelle varie forme animali, mentre i più bricconcelli rivivranno nel mondo vegetale. Ebbi subito un sussulto. Proprio quella mattina avevo sradicato un piccolo alberello che a mia moglie non piaceva, volendo fare posto ad un altro tipo di pianta. Vuoi vedere che ho ammazzato qualche mio antenato?  Quindi, l’ipotesi della reincarnazione, ovvero dove ognuno di noi, altro non è che un individuo vissuto prima e che per effetto di una formula magica, che purtroppo il buon Einstein non ci ha svelato, rivive in seguito più volte altre vite. Dovrebbe essere veritiera, stando al racconto dell’ormai mio avo o meglio il me stesso vissuto oltre tre millenni fa. Come potete ben capire cominciai ad andare nel pallone. Non riuscivo a raccapezzarmi di fronte a tutte queste notizie fuori dalla mia logica. Io, stando alle sue parole, ero la reincarnazione di un tizio che diceva di essere vissuto 3200 anni prima, non solo, ma che questo incontro era  organizzato dagli Dei dell’Olimpo e che il soggetto a me di fronte altro non era che un me stesso vissuto 3200 anni fa.  

Pensai, invece, che quanto mi stava accadendo era propiziato dalle conseguenze della solenne bevuta, ma stranamente mi accorgevo e mi convincevo sempre di più che ero lucido, solo che oramai non mi restava che vedere sino a che punto quel delizioso vino dionisiaco avrebbe contribuito a mettere in scena storielle così verosimili, ma al di fuori di ogni logica.

Atena, Zeus, Venere, Giunone e Apollo, quindi, si erano interessati a me. Oddio, questa sì che era bella, da guinness dei primati e cominciai a preoccuparmi, ma per fortuna oltre a me e ad Eracle non c’era nessuno, altrimenti, penso mi avrebbero immediatamente ricoverato alla neuro.

Il racconto di Eracle era troppo appassionante, per cui non mi permisi minimamente di interromperlo, anche se non poche erano le domande che avrei voluto porgli. Ma non potetti fare a meno di chiedergli lumi sulla frequentazione degli dèi di allora alla vita quotidiana della gente.

Riprese il suo racconto.

«Il vostro scetticismo e incredulità maturato nei secoli successivi nei confronti degli dèi greci, li ha profondamente offesi e irritati, per cui hanno preferito restare nel loro Olimpo senza più farsi vedere da voi umani. Loro, gli dei, sono a conoscenza che per un paio di volte ti sei recato nei pressi del monte Olimpo con la speranza di poter incontrare qualcuno di loro. So che l’hai desiderato con tutto te stesso, ma purtroppo l’esito negativo era determinato da una oramai irreversibile decisione presa circa due millenni fa.

Di Efesto, Cupido, Venere, Poseidone, Apollo e Zeus avete perso ogni traccia. Peccato, perché dopo questo nostro incontro, attraverso loro, avresti avuto qualche notizia in più sul mio conto. Oppure, perché no, ci saremo potuti incontrare una seconda volta e, in quella circostanza, saresti stato tu a venirmi a trovare nel passato, come oggi ho fatto io arrivando  attraversando il futuro.

Tutto ciò che Eracle mi stava raccontando lo accreditavo ad una fervida immaginazione, che però ha scatenato in me una grande curiosità: la religione cosiddetta pagana, politeista di quel tempo, è del tutto scomparsa? Stando a quanto mi stava accadendo posso asserire, che se non si prova che Eracle è un mentecatto esibizionista, allora queste divinità da noi definite mitologiche sono ancora esistenti, anzi quell’ ancora potrebbe apparire anche come una considerazione negativa, in quanto quell’avverbio sembrerebbe una possibile limitazione temporale, cosa che per una divinità l’aspetto temporale è ininfluente.

Straordinaria l’ipotesi di poter dal passato arrivare al futuro, ma sbalorditiva quella che dall’odierno si possa ritornare indietro nel tempo, e se non ho capito male, scegliere anche con chi interloquire. Tutti concetti che nonostante mi trovassi nel 2022 mi erano alquanto difficili da comprendere nella loro realtà. Non pochi libri e film hanno trattato questi argomenti, ma tutti improntati sulla fervida fantasia dei loro autori. Invece, in questi momenti avevo di fronte a me qualcuno che asseriva la verità, la concreta e materiale possibilità che si potesse andare avanti e indietro nel tempo, ovviamente solo se sponsorizzati dagli dèi mitologici dell’Antica Grecia. Rimasi amareggiato dal fatto che questa possibilità di gironzolare nel tempo mi era stata impedita, non tanto nei miei confronti, ma perché scaturente da una irreversibile decisione assunta dalle divinità olimpiche a seguito dello scarso affetto e rispetto dimostrato da noi poveri mortali.

Eracle ci tenne a sottolineare che la reincarnazione, peraltro prevista in altre false dottrine sparse per il mondo, era l’unico aspetto vero, essendo le altre solo delle ciarlatanate. Quest’altre prevedevano la reincarnazione quale mezzo per purificare l’anima, ripulirla degli errori commessi nel corso della loro vita,  e solo dopo un lungo percorso si poteva aspirare all’Eden. La vera e unica reincarnazione è quella olimpica, che viene consentita in vari modi, ma solo perché la si è meritata nel corso della propria vita. In poche parole la reincarnazione ciarlatanesca la si acquisisce per avere il tempo di rimediare agli errori commessi nelle vite precedenti, mentre con i cosiddetti dèi “olimpionici” questa prerogativa bisogna conquistarsela giorno dopo giorno, nel  percorso della propria  vita. E qui per certi versi riscontriamo una certa similitudine con la religione cristiana, dove il Paradiso lo si conquista dopo una vita vissuta all’insegna e nel rispetto del dogma cristiano.

Eracle continuò ad aprire un grande varco nella mia mente confidando quello che forse nessuno sinora aveva mai scritto o potuto documentare. Gli dèi, allora, avevano messo su questo sistema di gestione delle anime mortali in forma sperimentale. Si, proprio così. Avevano creato l’uomo e la donna a loro somiglianza e gli avevano donato l’intelletto. Avevano concepito una umanità pari alla loro, con l’unica differenza che la loro esistenza sulla terra sarebbe stata temporanea e che avrebbe potuto dilungarsi e ripetersi nel tempo, sempre che la loro temporanea esistenza fosse stata ritenuta meritevole. Sin qui è quello che più o meno abbiamo letto sui vari libri sulla mitologia ellenica. Però, ecco la ciliegina sulla torta. Quella non era altro che una fase sperimentale, in quanto il loro fine era quello di realizzare un mondo con degli dèi superiori e una umanità di semi dèi, con il dono dell’immortalità, senza più la reincarnazioni, per poi andare in giro per l’universo, che altro non era per loro che una scatola chiusa dove al di fuori di essa vi era il Nulla assoluto, una definizione che Eracle sottolineava essere ancora di difficile comprensione per noi umani, dove lo sviluppo delle capacità cognitive di certe dinamiche erano ancora precluse.

Nemmeno Eracle aveva acquisito queste doti necessarie per comprendere e poter uscire dalla limitazione mentale dell’indefinito, dell’universale, ovvero di un tempo che per certi versi non ha mai avuto inizio e non avrà mai un fine. Un concetto di difficile comprensione per noi umani in quanto il nostro cervello viene particolarmente condizionato e per questo limitato, dal classico freno a mano determinato dall’ostinata razionalità matematica. Due più due ha sempre fatto quattro per l’umanità, proseguì Eracle, e lo sarà chi sa per quanti decine di migliaia di anni ancora,  perché siamo capaci solo di rilevare la materialità delle cose che ci circondano, vediamo due mele, ne aggiungiamo altre due e diventano quattro, però nella nostra dimensione materialistica alquanto limitata ad un mero pallottoliere, non riusciamo a vedere null’altro, ecco perché per noi i numeri e il tempo sono infiniti, quando invece, in tante altre dimensioni, incomprensibili per noi assumono caratteristiche per noi assurde, anzi fuori da ogni logica, peggio ancora incapaci di ipotizzarle.

Il comportamento dell’uomo, la sua labile capacità di comprendere la vera spiritualità, aveva ingenerato la necessità di rivolgere l’interesse verso altre forme religiose. Questo comportò la decisione degli dèi di non interagire direttamente, in attesa che l’uomo con il tempo capisca l’errore commesso.

Mi permisi di sottolineare a Eracle che se questi dei sono delle entità divine, quindi al disopra di tutto e di tutti, generatori dell’intero creato, quello conosciuto e quello ancora a noi sconosciuto, come mai si sono divertiti a generare una umanità sperimentale? Degli esseri perfetti non dovrebbero generare solo perfezione, se non lo facessero,  dovremmo ipotizzare che forse sono un po’ carogne e che si stanno divertendo a vedere gli uomini a dibattersi tra le loro debolezze. Eracle sorrise, asserendo che questa mia domanda era la più chiara e trasparente dimostrazione della limitazione umana a comprendere, ma soprattutto a saper effettivamente delimitare i confini tra materiale e spirituale. Disse che noi umani ancora non siamo nelle condizioni di amalgamare e ritenere un’unica cosa la materialità dei nostri pensieri con la spiritualità. Eracle con una serafica serenità aggiunse:

«Loro, gli dèi, li valutiamo in virtù di quello che vogliono farci credere, non perché si stiano divertendo in un qualche recondito progetto sperimentale. Loro avrebbero potuto non creare nulla, restare sospesi in una dimensione irreale e inconcepibile per noi, e ragionando sempre in termini materialistici, ipotizzare che non facciano assolutamente nulla. Sono entità superiori e perfette e pertanto potrebbero fare a meno di tutto il resto. Giustissimo, ma tutto ciò scaturisce ancora una volta dalla nostra mediocrità mentale di saper ipotizzare qualcosa che sia al di fuori di ogni nostra capacità interpretativa. Abbi fiducia, perché da quello che sinora sono riuscito a capire, ma sono certo che anch’io potrei essere fuori strada,  che noi altro non siamo che loro stessi, non una loro creazione, ma generati insieme a loro, pertanto per qualche legge fisica straordinariamente per noi inconcepibile, noi sotto sotto siamo loro. Capisco che sono concetti difficili da comprendere o quanto meno da digerire, ma come avrai capito rappresentano il fine ultimo della nostra esistenza terrena. Sbaglio o in un tuo scritto tempo fa riportasti questi tuoi pensieri?»

“i nostri Pensieri non ci appartengono, li abbiamo avuti in prestito, ci vengono dalla profondità di uno spazio senza frontiere e da un tempo che non ha mai finito di battere il suo primo attimo.” “Una sola legge, una sola causa, un solo evento, un unico pensiero, una sola cosa”.

«Vedi, senza volerlo in questo bel principio hai affermato quello che ho detto prima. Un solo evento, un unico pensiero, una sola cosa, ecco chi ci dice che non sia proprio così e che dèi e umani altro non siano che la stessa cosa, che attualmente a noi, per delle motivazioni ancora incomprensibili, ci fanno vedere e percepire un dio quale essere esclusivo, unico e perfetto».

“ una dolce sensazione che va perdendosi nel tempo

di un tempo di cui non conosco la direzione

ma che sembrerebbe correre più velocemente verso il futuro, anche se i miei pensieri volgono di solito al passato, come se fosse già stato scritto ieri quello che succederà domani.”

L’inesorabile direzione del tempo, unica certezza della nostra terrena esistenza, racchiude in sè il mistero  della nostra vita, Allo scadere del nostro tempo terreno, le immagini, i ricordi  e i nostri pensieri si perderanno nell’immensità del cosmo, come se volessero cercare una loro nuova vita.

Sarebbe bello terminare il percorso della nostra esistenza consapevoli che i nostri pensieri, i nostri ricordi, proseguiranno, attraversando il cosmo stellato nell’immensità del creato, non più ristretti in un involucro umano ma liberi di andare alla ricerca della verità assoluta.  

«E grazie proprio a questi tuoi pensieri ho scovato prima che venissi a trovarti, che mi  consentono di asserire che forse tu sei più vicino degli altri a comprendere la difficoltà di queste difficili dinamiche del pensiero umano». 

Apro una piccola parentesi: ho scoperto, dopo questo incontro, che esiste un movimento denominato dei dodecateisti (o anche “ricostruzionisti”, o “ellenisti”), che cerca di riportare in vita gli antichi culti soppiantati e a volte inglobati dal cristianesimo poco meno di duemila anni fa. Un movimento religioso di pace, politeista, tollerante, pio, virtuoso e per niente dottrinale. Non ci sono né Bibbie Corani da rispettare alla lettera, ma solo simpatici racconti mitologici da raccontarsi di fronte al fuoco di qualche sacrificio non più di esseri viventi di nessuna specie.

Le prime forme organizzate di questo movimento risalgono agli anni ’90. Il Paese più interessato è stato, come era da aspettarsi, la Grecia. I movimenti “ricostruzionisti” intorno ad Atene sono cresciuti col tempo e hanno addirittura guadagnato un certo status di ufficialità. L’organizzazione principale, cioè il “Consiglio Supremo degli Elleni etnici” (l’Ύπατο Συμβούλιο των Ελλήνων Εθνικών) detto anche YSEE, partecipa ai programmi europei per combattere le discriminazioni e dal 2017 questa forma di ellenismo neopagano è stata riconosciuta come “religione” in Grecia.

Eracle continuò il suo racconto asserendo che alla luce di quanto anzidetto, l’Olimpo esiste ancora, i suoi dèi non sono stati soppiantati. Sì, sono mortificati e delusi per esser stati messi da parte dal primo arrivato, dimostrando irriconoscenza per tutto quello che loro hanno fatto per l’umanità intera. Sono dei che la gente non ha ancora capito, che sono molto più veritieri di quelli attuali e soprattutto democratici. Pur essendo di natura divina non disdicono di intrattenersi con noi, aiutandoci spesso interferendo nella nostra vita terrena. Qualche volta si arrabbiano quando vedono che qualcosa non va per il verso giusto, ma da quando noi umani li abbiamo abbandonati hanno deciso di non intervenire più se non dopo che l’umanità intera si sarà sinceramente pentita.  Quindi, stando ai fatti, sono lì ad attendere che l’umanità, consapevole e afflitta degli errori commessi nel credere e dare spazio ad altre divinità succedanee, vengano richiamati a furor di popolo. Penso che la stragrande maggioranza di coloro che avranno la bontà di leggere queste pagine, apprenderanno solo ora dell’esistenza di questo movimento religioso che, paradossalmente o no, pare sia stato ufficialmente riconosciuto. Pertanto, lasciatemelo dire, le conversioni sono aperte.

A onore del vero, in merito al fatto che gli Dei dell’Olimpo non si sono fatti più vedere da oltre duemila anni, desidero riportare qui la mia personale esperienza vissuta in prima persona alcuni anni fa, pubblicata su un mio precedente libro Favole del terzo millennio a cui avevo dato il titolo Ho incontrato Giove all’Ipercoop.

Una favoletta che evidenzia quella che io ritengo una universale necessità condivisa di conoscere le risposte a tante domande che nonostante l’evoluzione scientifica sta facendo passi da gigante, continuano a restare insolute.