. Il popolo greco per oltre un terzo ha votato contro l’austerità imposta dalla famigerata banda della troika. Una banda di gestori universali della finanza che spacciandosi per pubblica, altro non sono che gli esecutori materiali dei forti interessi dei detentori del potere finanziario. Nel XXI secolo le guerre, quelle tradizionali, le fanno fare agli stupidi, giusto per poter vendere un po’ di armi in giro per il mondo e sostenere così uno dei settori trainanti l’economia mondiale. Oggi la guerra è entrata nelle nostre case, nella nostra quotidianità attraverso la manipolazione dei sistemi monetari.
La finanza pubblica, quella in capo agli stati sovrani, sottosta agli interessi che non appartengono più a quelli relativi ai propri cittadini, sta smantellando giorno dopo giorno lo stato sociale, che per certi aspetti sta assumendo la forma di un ricordo obsoleto del passato. Per i grandi soloni dell’economia, gli investimenti o meglio ancora le conquiste sociali dei decenni scorsi hanno rappresentato la leva che ha accelerato il processo di indebitamento dei vari stati, dimenticando spesso che, forse in cattiva fede, che il frutto di tali situazioni debitorie sono da attribuire a politiche folli poste in essere da classi politiche corrotte e inadeguate. Politici che non hanno guardato agli interessi reali del proprio paese, favorendo così lo sciacallaggio di altri stati, ovviamente quest’ultimi più furbi e abili nel saper approfittare di tali debolezze, condotti da una classe politica più etica che ha saputo far bene i propri interessi riuscendo a vendere carri armati, sottomarini, e aerei militari, per decine e decine di miliardi proprio a quegli stati che loro stessi avevano messo sotto accusa in quanto spendaccioni. E’ stato come riuscire finalmente a vendere i frigoriferi ai pinguini.
Oggi a distanza di qualche giorno dai risultati elettorali ellenici, dopo la reazione contraddittoria delle borse e dalle numerose dichiarazioni che definirle campate in aria è dir poco, l’Europa dimostra di non fregarsene più di tanto, in quanto oltre ad aver dimenticato o meglio cancellato il vocabolo “solidarietà” ha purtroppo le mani legate non potendo andare aldilà di una banale concessione di allungamento dei termini del pagamento del debito, essendo incalzata da altri stati, l’Italia in testa, che dal mare Egeo spera di poter pescare ulteriori elementi che favoriscano l’alleggerimento del mostruoso debito pubblico che veramente potrebbe spaventare la stabilità economica del nostro continente.
E’ proprio per tutto questo che ho dubbi sulla realizzazione del progetto Tsipras, non che non lo condivida sotto il profilo sociale, solo che il suo programma prevede nuovi investimenti diretti a favorire i ceti meno abbienti, cosa giusta ma non si capisce dove andrà a trovare le necessarie coperture finanziarie. Assisteremo certamente ad un braccio di ferro tra il governo greco e l’unione europea che probabilmente potrebbe assumere una specie di farsa tragicomica in quanto come ho ipotizzato, dato che a pensar male ci si azzecca il più delle volte, gli accordi non siano già stati presi. Spiego la mia ipotesi. I risultati elettorali erano dati per scontati e pertanto non è improbabile che già siano stati presi accordi in gran segreto per fare in modo che Tsipras si possa prendere i meriti di un risultato finanziario favorevole alla Grecia ma che non vada oltre ad un eventuale allungamento del periodo di pagamento del debito, cosa già concessa alla Germania nel 1953 per poi passare alla cancellazione degli stessi. Ipotizzo già una data che vada oltre il 2060, quando per effetto della svalutazione il debito varrà non più del 10% del valore attuale.
Non vi è altra soluzione. L’uscita della Grecia come spesso annunciato dal ministro delle finanze tedesco è da ricondurre a dichiarazioni (stupide) indirizzate più a tranquillizzare il popolo tedesco che non vede di buon grado la situazione economica ellenica.
Aldilà di quanto su esposto io auspicherei invece l’inizio di un nuovo periodo do ve a prevalere sia il rispetto della dignità dei popoli al di sopra degli interessi economici. Capisco che per ora trattasi di mera utopia, ma sperare in qualcosa di buono, di tanto in tanto riscalda il cuore.
di Pompeo Maritati