Io non ho mai pensato di voler appartenere a questa società prima che i miei genitori, a mia insaputa, avessero pensato bene di soddisfare un loro bisogno, tirandomi in ballo senza una preventiva autorizzazione o quanto meno una richiesta di parere in merito. Non è forse per questo motivo che la gente spesso è incazzata ?
Non solo questo, è anche soggetto a restare nell’ambito di un gruppo familiare, di un popolo senza che di questi se ne conosca nulla. Non è un paradosso tutto ciò? Quando i miei mi hanno concepito a me non è stato chiesto se ero felice di trascorrere un certo periodo di tempo sulla terra, e soprattutto non mi è stato chiesto se desiderassi essere un italiano anziché un turco o un indiano. E poi perché essere vincolato rigidamente alla coppia procreatrice? Oggi si dice che uno è stato fortunato in quanto è venuto da un utero “fortunato” cioè ricco , benestante. A me perché non mi è stata data la possibilità di scegliere da quale porta uterina entrare a far parte di questo mondo?
E’ chiaro tutto quanto anzidetto altro non vuol essere un paradosso semiserio, una banale ridicolizzazione di ciò che dovrebbe rappresentare il concetto di democrazia, che oggi è tanto desiderato, senza rendersi conto che già dagli albori della vita la democrazia è stata un po’ bistrattata. Il bello è che non mi sembra che ci siano stati associazioni di consumatori, o associazioni di volontariato che abbiano lottato per rendere arbitrale e soggettivo il desiderio di venire su questa terra dove il sentimento più comune è la delusione.
Dire che il paradosso citato sia una stupida trovata, banale e inconcludente, può essere anche giusto. Ma cosa sappiamo oggi noi, non del nostro futuro, ma del nostro passato, prima di essere nati, e se effettivamente c’è un passato attraverso il quale assumiamo varie dimensioni, una indipendente e non interelazionabile con le altre? La vita per noi tutti è la cosa più bella che ci sia. Ci consente di interagire con tutto ciò che ci circonda, ovvero una realtà fatta di materia deteriorabile per effetto della composizione del nostro corpo.
Tratto dal diario di uno che si è rotto le scatole.
Ovvero i pensieri di un Italiano.
Di Zornas