Sto ascoltando una dolce canzone greca degli anni 60. E’ solo musica, boozouki, chitarre e tamburi. Una vecchia musica originaria di un’isola dell’Egeo. Un ritmo che se chiudi gli occhi e ti fai trasportare dalla dolce sequenza delle note ti sembrerà di trovarti su una bella spiaggia con un mare celeste dove non riesci e distinguere all’orizzonte dove finisce il cielo e dove inizia il mare. Sulle note di questa melodie viaggiano veloci i miei ricordi, la mia nostalgia. Ripercorro attimi fugaci di un passato che ha il pregio di non poter più ritornare e forse per questo è da noi ricordato con tanta “nostalgia”. Il sole illumina i ricordi di un mondo che appartiene al passato, al mio passato, al mio patrimonio di cose belle che continuano ad accompagnarmi nel percorso della mia vita e mi aiutano nei momenti più tristi. Vorrei potermi posare come un gabbiano su quell’isola dove i miei pensieri di sono innamorati, dove la gioia di vivere, accompagnata dalla spensierata voglia di fermare il tempo è ancora lì. Si penso che la mia parte spirituale, quella fatta di pensieri, quelli che liberi dalla materia possono attraversare in un solo attimo il mondo, hanno stabilito la loro fissa dimora su quell’isola, dove la nostalgia è il mio mezzo di trasporto per ritornarci. Un mezzo di trasporto il cui unico prezzo da pagare è la triste constatazione che purtroppo si tratta di un vecchio film, a volte in bianco e nero, che pian piano inizia a svanire con il passare del tempo.
Pompeo Maritati