Da come stanno andando le cose in questi ultimi anni nell’Europa Unita, il disappunto è d’obbligo. La gente comune, ovvero i popoli che formano questa unione appaiono sempre più slegati tra di loro e quel processo d’integrazione, laddove eventualmente partito, pare si sia inceppato se non addirittura stia sviluppando forti anticorpi antieuropeisti. L’Europa delle monete non ha ancora saputo costruire l’Europa politica e soprattutto sociale. Ogni stato membro segue un proprio orientamento politico, che a dire il vero è solo egoistico opportunismo, spesso messo in atto a scapito di altri. L’interesse primario è oramai esclusivamente quello della tenuta dei valori economici rappresentati dalla moneta unica, per i più imposta arbitrariamente e frequentemente osteggiata, se non additata (stupidamente) quale causa dei mali economici che affliggono buona parte degli stati membri.
Che l’Europa sia partita male, avvalendosi solo della parte finanziaria oramai è assodato e su questo penso non ci siano molti pareri contrari. Il problema è che nonostante stiano passando i decenni i processi di unificazione e integrazione dei vari sistemi di organizzazione scolastica, fiscale, culturale, sono ancora fermi al palo. C’è chi applica una tassazione bassa per favorire le multinazionali e c’è chi s’arrabatta con bilanci deficitarii costringendo gli altri a elargizioni equiparabili a mere elemosine salva coscienze.
Una Europa che giorno dopo giorno perde la sua aderenza con il territorio, con le realtà sociali e culturali dei vari stati, trascurando, anzi strafottendosene proprio dei problemi della gente. Il Dio supremo oggi è l’Euro, che ahinoi non è trino e pertanto è solo lui a imporre scellerate politiche di restrizione che servono solo a generare instabilità sociale nei territorio interessati con sprezzante indifferenza verso quei ceti sociali che più degli altri pagano tali restrizioni monetarie, pur non avendone alcuna colpa.
Oggi è da imbecilli poter dire che è colpa degli italiani o dei greci se questi due stati hanno i debiti pubblici più elevati e situazioni interne economiche da terzo mondo. Dov’erano tutti i commissari europei quando in questi ultimi decenni questi stati allegramente si davano allo sperpero gratuito, dove peraltro tanti altri stati europei ci hanno sguazzato facendo i propri interessi, grazie al devastante clientelismo e alla becera corruzione? Perché obbligare in piena crisi i greci ad acquistare carri armati e sottomarini dalla Germania per un controvalore superiore ai cinque miliardi di euro? Perché l’allegra finanza non è stata denunciata a suo tempo? E’ facile dire ci hanno appioppato dati falsi. Rammento che tutti i flussi finanziari sono tutti monitorati dalle rispettive banche centrali e dal 2001 questo monitoraggio è effettuato anche sotto il controllo della banca centrale europea. Allora ditemi voi come certe manovre di indebitamento, non di qualche milione di euro, bensì di decine e di centinaia di miliardi poteva sfuggire al controllo dei soloni della finanza europea? Capisco tante cose, ma non che tutta la gente sia così imbecille da poter credere che ci si possa indebitare nel proprio stato, tranquillamente e serenamente senza che gli patner europei se ne accorgano. Sono questi gli aspetti che contribuiscono oggi a far ritenere a buona parte dei cittadini europei, che continuano ad aumentare, nel non credere, o peggio nel diffidare di ciò l’Europa Unita dice di fare.
Già il fatto che gli stessi stati membri non sappiano cosa fare con questa benedetta Grecia, che un giorno vorrebbero cacciarla a pedate e il giorno dopo affermano che il processo della moneta unica è irreversibile. Come vedete tra i più prevale lo sbandamento, l’incertezza, l’incapacità di saper realizzare un progetto comune condiviso, contribuendo così a generare disaffezione a questo carrozzone sgangherato che si chiama Europa Unita, ma che di unito mi pare abbia molto poco.
La mia personale opinione è che si è perso di vista quello che sarebbe dovuto essere il progetto unificante rappresentato dalla ricerca di condizioni e soluzioni atte alla parificazione economica e sociale dei popoli. Su questa strada non è stato fatto nulla, al contrario si è operato nel nome dell’euro, quale unico punto di riferimento integrativo, non curanti e indifferenti che milioni di persone, nel giro di pochi anni si son ritrovate in condizioni economiche e sociali da quarto mondo. Si proprio così, l’Europa Unita, quella che avrebbe dovuto esprimere solidarietà e unione non gli è importato un fico secco se al popolo greco veniva tolto l’accesso ai farmaci salva vita, solo perché i loro governanti hanno falsificato dei dati di bilancio, anche questo, come detto prima un aspetto del tutto discutibile e vergognosamente da restituire al mittente.
Un Europa che ritiene più importante finanziarie il sistema bancario, senza però mai mettere regole e sanzioni disciplinari severe nei confronti di tutta quell’allegra finanza che quando va bene s’intascano gli utili e quando poi vanno male ribaltano le perdite sulla collettività. Se queste sono le basi etiche dell’Europa Unita, penso che non andremo molto lontano e che politiche così scellerate, prima o poi genereranno solo malcontento che potrebbe non essere più contenuto se non addirittura far esplodere una vera e propria terza guerra mondiale tra poveri. Quasi farebbe ridere una eventuale ipotesi di una terza guerra mondiale tra poveri, se però ci riflettete un po’ v’accorgerete che non è poi tanto peregrina questa tesi. Oggi milioni di giovani sono senza lavoro, senza un futuro, che fortunatamente hanno una famiglia, la maggior parte di loro, che ancora li aiuta. Quando tra un po’ di anni questa famiglia, paracadute economico, vero e unico ammortizzatore sociale alla disoccupazione e al precariato cesserà, masse enormi di giovani e meno giovani, non avendo più nulla da perdere si rivolteranno con conseguenze devastanti per tutti. Allora perché questa Europa Unita, così artatamente decantata e idillicamente descritta dai vari spot televisivi messi in onda dal nostra governo, non prende finalmente atto che è necessaria, anzi indispensabile una immediata inversione di rotta, rimettendo finalmente al primo posto il benessere dei cittadini tutti, indistintamente da nord a sud da est a ovest di questo vecchio continente che pare sia da ritenersi oramai obsoleto al cospetto del restante mondo.
Pompeo Maritati