Cantagiro Anni Sessanta: La Musica che Univa l’Italia e Scaldava i Cuori
Pompeo Maritati
Il Cantagiro degli anni Sessanta è un ricordo vibrante e avvolgente, impresso nella memoria di coloro che oggi hanno superato la soglia dei settant’anni. È un evento che ha incarnato lo spirito di un’epoca, un frammento di storia italiana che ha saputo unire la musica popolare e il grande pubblico in un abbraccio collettivo, fatto di note, emozioni e un inarrestabile entusiasmo. Parlare del Cantagiro significa evocare un tempo in cui l’Italia si stava trasformando rapidamente, un periodo di rinascita e di ottimismo che ha trovato una delle sue espressioni più vivide proprio in questa manifestazione canora itinerante, capace di portare le star della musica direttamente nelle piazze delle città, dei paesi, fino a raggiungere gli angoli più remoti del Paese.
Il Cantagiro, ideato da Ezio Radaelli, nacque nel 1962, in un’Italia che stava uscendo dalla povertà del dopoguerra e si stava avviando verso il boom economico. La televisione stava diventando il mezzo di comunicazione di massa per eccellenza, e la musica, soprattutto quella leggera, assumeva sempre più un ruolo di primo piano nella vita quotidiana delle persone. In questo contesto, il Cantagiro arrivò come un ciclone di novità, portando la musica direttamente alla gente, non solo attraverso le radio o i televisori, ma anche fisicamente, con i cantanti che si esibivano dal vivo in una carovana che attraversava l’Italia da nord a sud. Era un evento che riusciva a creare un legame diretto tra gli artisti e il pubblico, rompendo la barriera che spesso li separava, e rendendo gli spettatori parte di una festa collettiva, fatta di canzoni, applausi, e, soprattutto, di un calore umano che oggi sembra lontano anni luce.
L’idea alla base del Cantagiro era semplice ma rivoluzionaria: portare i cantanti più popolari in tournée attraverso il Paese, con tappe in ogni città, dove avrebbero gareggiato esibendosi davanti a un pubblico entusiasta e appassionato. Le esibizioni non erano solo dei semplici concerti, ma delle vere e proprie competizioni, in cui ogni cantante cercava di conquistare il favore del pubblico e della giuria, per ottenere il titolo di vincitore del Cantagiro. La gara si svolgeva in diverse categorie, divise in “Big”, per gli artisti più affermati, e “Giovani”, per i talenti emergenti, che vedevano nell’evento un’occasione unica per farsi conoscere e lanciare la propria carriera. Le tappe del Cantagiro erano una sorta di pellegrinaggio musicale, con il pubblico che si radunava nelle piazze, nelle strade, persino sui balconi, per assistere alle esibizioni dal vivo. Era un momento di festa, un’occasione per stare insieme, per cantare e ballare, ma anche per sognare, ascoltando le canzoni che avrebbero poi fatto da colonna sonora alle vite di tanti giovani. I ricordi di quei giorni sono ancora vividi nella mente di chi li ha vissuti: le strade affollate, le urla di gioia, la frenesia di vedere dal vivo i propri idoli, ma anche l’atmosfera di comunità, di condivisione, di un’Italia che stava cambiando, ma che sapeva ancora godersi i piaceri semplici della vita.
Il Cantagiro era anche una vetrina per i nuovi talenti, una rampa di lancio per molti cantanti che sarebbero poi diventati delle vere e proprie icone della musica italiana. Nomi come Gianni Morandi, Rita Pavone, Adriano Celentano, Little Tony, e tanti altri, hanno calcato quel palco, esibendosi davanti a folle in delirio, che li accoglievano con un affetto e un entusiasmo che oggi sembrano appartenere a un’altra epoca. Era un tempo in cui la musica aveva un potere aggregante straordinario, capace di unire generazioni diverse, di superare le barriere sociali, e di far sognare un’intera nazione. Il Cantagiro rappresentava tutto questo: era una festa della musica, ma anche della vita, un momento in cui tutto sembrava possibile, e in cui la speranza di un futuro migliore si mescolava alla gioia del presente. Ogni tappa del Cantagiro era un evento atteso con trepidazione, non solo dai giovani, ma anche dagli adulti, che vedevano in quelle serate un’occasione per rivivere la propria giovinezza, per sentirsi ancora parte di un mondo in fermento, pieno di energia e di vitalità.
La carovana del Cantagiro portava con sé un’aria di festa, una sensazione di libertà, di leggerezza, che si respirava in ogni angolo delle città che la ospitavano. Le strade si riempivano di gente, i bar e i ristoranti si animavano, e l’intera comunità si stringeva attorno a questo evento, che trasformava ogni città in una grande festa popolare. Ma il Cantagiro era anche una competizione, una gara in cui ogni cantante dava il massimo per conquistare il pubblico e la giuria. Le esibizioni erano spesso molto sentite, con i cantanti che cercavano di superarsi l’un l’altro, offrendo interpretazioni emozionanti e coinvolgenti. E il pubblico, dal canto suo, non si limitava a guardare, ma partecipava attivamente, applaudendo, cantando, e sostenendo i propri beniamini con un entusiasmo contagioso. Il successo del Cantagiro non era dovuto solo alla qualità della musica, ma anche alla sua capacità di portare la musica direttamente alle persone, di creare un legame immediato tra l’artista e il pubblico, di far sentire ognuno parte di qualcosa di speciale. Era un evento che coinvolgeva tutti, dai giovani agli anziani, dai fan più sfegatati a chi magari non seguiva abitualmente la musica leggera, ma che non poteva resistere al richiamo di una serata di festa e di divertimento.
Le canzoni che venivano presentate al Cantagiro diventavano subito dei successi, e ancora oggi molte di esse sono ricordate come classici della musica italiana. Brani come “Fatti mandare dalla mamma” di Gianni Morandi, o “Cuore” di Rita Pavone, sono entrati nell’immaginario collettivo, e continuano a essere amati e cantati da generazioni di italiani. Ma oltre alle canzoni, ciò che rimane impresso nella memoria di chi ha vissuto quegli anni è l’atmosfera unica che si respirava durante il Cantagiro, un’atmosfera di gioia, di spensieratezza, di condivisione, che oggi è difficile ritrovare. Il Cantagiro era anche un modo per scoprire l’Italia, per viaggiare attraverso il Paese, per conoscere le sue diverse realtà, le sue tradizioni, la sua gente. Ogni tappa era un’occasione per incontrare persone nuove, per scoprire luoghi che magari non si conoscevano, per vivere esperienze che sarebbero rimaste per sempre nei ricordi. Era un evento che univa il Paese, che lo faceva sentire più vicino, più unito, in un’epoca in cui la televisione e i media stavano cominciando a cambiare il modo in cui le persone vivevano e si relazionavano tra loro, ma in cui c’era ancora un forte senso di comunità, di appartenenza, di condivisione. Il Cantagiro rappresentava tutto questo: era un simbolo di un’Italia che stava cambiando, ma che sapeva ancora trovare il tempo per divertirsi, per stare insieme, per celebrare la vita attraverso la musica. Con il passare degli anni, il Cantagiro ha subito delle trasformazioni, adattandosi ai cambiamenti della società e del mondo della musica, ma l’essenza di quell’evento, il suo spirito originario, è rimasto impresso nella memoria di chi l’ha vissuto.
Oggi, a distanza di oltre cinquant’anni, il Cantagiro è ancora un ricordo caro a molti, un simbolo di un’epoca in cui la vita sembrava più semplice, più genuina, e in cui la musica aveva il potere di unire le persone come poche altre cose. Parlare del Cantagiro significa evocare un mondo che non c’è più, un mondo fatto di valori semplici, di emozioni autentiche, di una gioia di vivere che si rifletteva in ogni nota, in ogni canzone, in ogni sorriso. È un ricordo che scalda il cuore, che fa riaffiorare alla mente immagini di un’Italia in festa, di un Paese che sapeva ancora sognare, che credeva nel futuro, e che trovava nella musica un modo per esprimere la propria gioia di vivere. Il Cantagiro era tutto questo: un momento di magia, di bellezza, di felicità condivisa, un evento che ha saputo catturare lo spirito di un’epoca, e che ancora oggi, a distanza di tanti anni, continua a vivere nei ricordi di chi l’ha vissuto, come un frammento prezioso di un passato che non tornerà più, ma che resterà per sempre nel cuore di chi ha avuto la fortuna di esserci. Ed io c’ero!
Vi propongo un ulteriore video con tutte le canzone proposte nel Cantagiro del 1968