Mentre la politica è alla ricerca di nuovi inciuci, l’economia è ad un passo dal tracollo
La politica, dopo l’esito referendario dello scorso 4 dicembre, è restata immobile, come se in questo paese tutto andasse per il meglio, in attesa del 24 gennaio, ovvero del parere della Corte Costituzionale in materia di legge elettorale. Ora risvegliatasi dal suo inspiegabile torpore, insegue, senza una alcuna idea sul proprio futuro, posizioni di strategia suicida per l’intero paese. Ha già messo da parte i terremotati e i morti dell’Hotel di Rigopiano, in parte riconducibili ad un sistema disorganizzato, senza regole e, laddove esistono non vengono applicate, poiché tanto alla fine non paga nessuno. La politica oramai si sta dedicando al loro sport preferito: le schermaglie inconcludenti che il più delle volte servono solo per distrarre l’attenzione dai veri e seri problemi che attanagliano gli italiani.
Elezioni anticipate si, elezioni anticipate no, questo è il dilemma italiano, tutto il resto non ha alcuna importanza. Ora si pensa solo a salvare il sedere di tutti quei politici che hanno saputo dimostrare solidarietà e ovvia complicità, ai capi bastone dei vari partiti. Stanno esplodendo le opposizioni interne ai vari partiti, con il Partito Democratico che su questo argomento pare abbia numerosi titoli accademici. Renzi, ritorna a fare il burattinaio di un’isola della sinistra che non c’è. Altro che 40%, io gli darei il 95% di possibilità che alle prossime consultazioni politiche, laddove non scegliesse di non candidarsi, non arriverebbe nemmeno alla soglia del 20%. D’Alema il suo antagonista per antonomasia, capitano della minoranza, come oramai nel suo stile, sta distruggendo quel poco che è rimasto del PD, ovviamente grazie anche all’imbecillità manifesta di colui che tanto ha promesso e che pare ancora, nonostante la randellata presa dietro la nuca, non abbia capito nulla. Quarant’anni rappresentano una età sufficiente per capire e trarne le giuste esperienze dagli errori commessi, ma a quanto pare questa fisiologica maturazione non riesce ad attecchire nella mente dell’ex rottamatore dei cavoli. Così oggi abbiamo una Italia in cui lo scettro del potere politico è conteso tra due grandi rottamatori falliti, che dove hanno messo le mani, hanno prodotto solo sconquassi. Mi spiace per il PD che avrebbe dovuto rappresentare quella sinistra vicina alle fasce più deboli della popolazione, invece pare che proprio da queste, ha da tempo preso le distanze.
Le restanti compagini politiche fanno poco testo. Il M5S penso che in questi giorni, dopo la sentenza della Corte Costituzionale in materia di sistema elettorale, stia festeggiando lo scampato pericolo di trovarsi a loro insaputa a governare il paese. Il centro destra con le solite facce dei rappresentanti di partitini rumorosi e chiassosi, per lo più inconcludenti, forse perché certi che il futuro governativo al momento non gli appartiene, consapevoli, per ovvio egoismo di potere, di non pensato e provveduto a mettere su una nuova classe dirigente del paese. I loro accoliti sono sempre gli stessi, gli amici del capo e quelli(e) che hanno dimostrato fedeltà sono diventati inamovibili, intoccabili ed insostituibili.
E’ proprio questo il problema più grosso che sta vivendo il nostro paese, l’assenza di una nuova classe dirigente. Da quello che sarebbe dovuto essere il tempo del rinnovamento rottamatore del passato, siamo passati al consolidamento del passato remoto. Sono riaffiorati i vecchi pachidermi, riesumati dai loro geriatriari politici ed invitati a discutere sulle serie problematiche del paese (sic! Altri soggetti più credibili non ce ne sono?) da alcuni talk-show, i cui conduttori, non se provocatori o succubi dei loro editori, fanno finta di ignorare i trascorsi politici di questi paleontosauri, che non mi non pare siano da annoverare negli annuali della migliore politica.
Cosa dire di alcuni giorni fa quando il paese intero tratteneva il fiato, mentre si svolgevano le operazioni di salvataggio dei superstiti dell’Hotel Rigopiano, e il nostro ministro della giustizia, trovava il tempo da dedicare a riesumare la figura squallida di un latitante pluricondannato, tale Bettino Craxi.
E come se tutto ciò non fosse sufficiente per essere preoccupati, ecco arrivare il richiamo dall’Unione Europea sullo sforamento dei conti pubblici dello 0,2% che i nostri politici, furbi e con la coscienza non a posto, hanno girato agli italiani come un affronto fatto dall’UE, in un momento delicato come quello che stava vivendo l’Italia sotto la neve ed il terremoto. Una squallida scusa per nascondere un altrettanto squallida legge di stabilità. Comunque l’UE ci ha immediatamente reso pan per focaccia, ribadendo che i costi per la ricostruzione e per il sostegno delle popolazioni terremotate non sono oggetto di contestazione, ma ciò non toglie che il paese avrebbe dovuto pensarci prima di elargire oboli pre elettorali, incrementando il debito attraverso misure inutili e dannose per la crescita economica.
E ciliegina sulla torta dell’imbecillità politica ed economica del sistema Italia, la riscontriamo nell’l’indifferenza verso il progressivo slittamento di credibilità economica che ci ha portato proprio oggi a superare i 188 punti di spread con i bond tedeschi, mentre quelli spagnoli sono fermi a 116, e il ritmo di riduzione della disoccupazione iberica, sta viaggiando alla media del 2% annuo.
Le chiacchiere sono il classico delizioso dolce di carnevale di cui consiglio farne una lauta scorta, visto i rospi amari che quest’anno saremo costretti di ingoiare, conseguenza di una politica economica inefficace a contrastare la stagnazione e la disoccupazione, senza trascurare la lacunosa politica estera, le cui conseguenze potrebbero arrecare ulteriori danni all’andamento economico interno.