POTERE ELETTORALE
Economia,  Politica

Astensionismo elettorale e turbolenza sociale: conseguenze di una incapacità governativa?

Si sono da poco chiuse le urne delle elezioni amministrative parziali che hanno coinvolto le maggiori città italiane tra cui Roma, Milano, Torino, Napoli e Trieste. Si è assistito, ahinoi, ad un preoccupante astensionismo. Mai come in questa tornata elettorale gli italiani hanno disertato le urne. Uno su tre ha preferito farsi una passeggiata. Gli slogan di una campagna elettorale, impostata più sull’offesa e sulla becera denigrazione dell’avversario, che in  molti casi si è trasformato in un nemico, ha nauseato l’elettorato.

Un manipolo di candidati, come al solito scelti dai capi bastoni dei partiti, spesso non proprio adorati dalla gente, hanno contribuito a tenere lontano gli elettori dalle urne. Non poco ha contribuito la candidatura di soggetti la cui capacità amministrativa non è stata del tutto condivisa.

La sensazione preoccupante, che dovrebbe far riflettere soprattutto Draghi e i suoi ministri, ammesso che ancora ne avessero le capacità, è che i cittadini hanno smesso di credere in questa politica e in questi politici, avvezzi oramai a tutelare i propri interessi a scapito di quelli della collettività. E se a questo ci aggiungiamo la confusione gestionale e la scarsa capacità di saper essere risolutivi e determinati nel prendere le necessarie decisioni in materia di vaccini e green pass, ci si rende conto che siamo ad un passo da una pericolosa turbolenza sociale.

Il rallentamento dell’evoluzione pandemica, grazie ai vaccini, ha consentito una ripresa delle attività economiche, che se pur di buone prospettive, appaiono un troppo esaltate da questo governo. La riprova l’abbiamo dalle numerose aziende che stanno chiudendo e che stanno licenziando centinaia di lavoratori con un semplice messaggio. Aziende che in non poche occasione sono ancora floride ma che preferiscono, grazie alla globalizzazione, e alla scarsa partecipazione governativa alla soluzione di queste vertenze, di trasferire le loro attività all’estero. Abbiamo il costo più elevato dei carburanti, dove a volte la differenza con altri stati membri dell’Unione Europea è addirittura del 35/40%. Questa è una cosa insopportabile per la nostra economia e per la tenuta sociale del Paese.

I cittadini hanno maturato da tempo la convinzione che oggi la politica abbia fatto quadrato solo perché intenta a spartirsi i fondi europei che, come successo nel passato, andranno a favorire le solite lobbie e ad aumentare il livello del debito pubblico.

Draghi dai suoi dorati uffici continua a non parlare alla gente. I suoi ministri approvano in sede di consiglio dei ministri, decreti i cui contenuti poi vengono  osteggiati nelle piazze. Una confusione, un marasma e soprattutto una etica politica che sta rinfoltendo giorno dopo giorno le proteste più disparate. Si parla del rispolverato fascismo, di frange eversive. Si, giusto, ma se nelle piazze cominciano a riversarsi decine di migliaia di persone: sono tutte persone destrorse? O ci sono anche migliaia di cittadini arrabbiati a cui è stata tolta ogni dignità lavorativa e umana? Possibile che non si comprenda che il malcontento di una politica governativa non proprio condivisa dalla maggior parte della gente, poi finisce per favorire e allargare le forze eversive?

Il Paese ha intrapreso una china preoccupante ma quello che più sta preoccupando è che, tutti noi abbiamo sperato e creduto nel  Governo dei migliori, ma che  si stia rivelando inefficace ad affrontare le reali esigenze della gente comune, orientato com’è a favorire interessi diversi.