l'Europa
Economia,  Politica/Economia

Crisi energetica o crisi del sistema Europa?

Tra qualche giorno andremo a fare il pieno alle nostre auto scortati dai servizi di vigilanza, visto l’ingente somma di euri necessari. Il petrolio ha superato il livello degli ottanta dollari a barile e si appresta, stando all’opinione di alcuni economisti, a superare i cento dollari. Già con gli ottanta dollari a barile la benzina alla pompa ha raggiunto il costo a litro tra i 170 e i 180 centesimi di euro.

Visto che ancora la memoria m’assiste,  ricordo che nel 2008 si raggiunse la quotazione più alta in assoluto: 147,5 dollari e precisamente l’11 luglio 2008. A quanto pare il numero che porta male non è più il 17 ma l’11. Invece, giusto per soddisfare la vostra curiosità, la quotazione più bassa si è avuta il 10 dicembre del 1998 con 9,25 dollari.

Un’altra curiosità su cui riflettere, è che nel 2008, quando la quotazione raggiunse i 147 dollari, la benzina alla pompa, in Italia, costò appena 1,5 euro alla pompa. Una disparità preoccupante che non è rappresentata da eventuali ulteriori accise applicate dal 2008 in poi.

Se come si dice questa corsa al rialzo dei prezzi dei prodotti petroliferi dovesse continuare sino al prossimo anno, approfittando anche della stagione invernale, l’economia mondiale pagherà un alto prezzo e come sempre, in questi casi, l’Italia pagherà lo scotto più alto. Unica considerazione che intendo fare, un po’ cinica è che, dopo questa crisi, potremo fare i conti dei danni subiti e raffrontarli con quelli causati dalla pandemia. Chi sa che non scopriremo che il petrolio è molto più dannoso per l’uomo  di qualsiasi pandemia.

La lievitazione spropositata dei prezzi dei carburanti va ricercata nella scarsa capacità che oggi quasi tutti i governi europei manifestano nell’affrontare la problematica. Ognuno cerca di fare del meglio da sé, anche se questo meglio è alquanto opinabile. Prendiamo il caso Italia. Il nostro Governo, per fortuna quello dei migliori, ha trovato intelligente e furbo creare un fondo per lenire il costo delle bollette di luce e gas. Un’azione da super mega intelligenti. Mi verrebbe da pensare che è stata partorita in accordo con i produttori petroliferi. Si, proprio così. E’ risaputo sin dai tempi di Mosè che se lo stato interviene a calmierare un costo di un prodotto o dio un servizio, attraverso erogazione di fondi statali, i relativi produttori e fornitori, rialzeranno ancora di più il prezzo, in quanto sarà lo stato a pagare. Un deleterio comportamento che comunque, alla fine, si ripercuoterà sempre sui cittadini, in quanto i fondi stanziati dovranno essere ripagati o momentaneamente accumulati sul debito pubblico pregresso.

L’Europa, anche in questo caso ha evidenziato preoccupanti divergenze tra i vari stati membri. Sembrerebbe come se la facessero apposta, dando la sensazione quasi di complicità. E’ inimmaginabile che un organismo come l’Europa Unita non riesca a fare fronte comune contro quella che altro non è che una intelligente speculazione finanziaria a livello mondiale. La gestione delle risorse energetiche, per la loro stragrande maggioranza della produzione, è in mano a stati che spesso hanno   poco da condividere con l’occidente grande consumatore. Forse, il problema  è che questi produttori hanno saputo creare reti di convenienza politica, per cui, non poche scelte governative sono inficiate di parziale attenzione al benessere della propria popolazione. E’ impensabile che una economia come quella europea appaia sempre più vulnerabile ai cattivi umori della speculazione internazionale.

Se non riusciremo a formare l’Europa Unita vera, staremo sempre a porci la domanda: ma a cosa serve?

L’Europa Unita è stata la più straordinaria idea politica del XX secolo, la cui paternità è stata affibbiata a tanti personaggi, dimenticando, forse per vergogna o per spudoratezza che il primo uomo politico europeo convinto, che andava predicandolo in giro per l’Europa, la necessità di un Europa Unita,  era il conte Giovanni Antonio Capodistria, o Capo d’Istria, che è stato un politico e diplomatico greco, nato cittadino veneziano, poi politico della Repubblica delle Sette Isole Unite, quindi diplomatico dell’Impero russo ed infine primo capo di stato della Grecia indipendente.

Questa straordinaria idea però non è riuscita ancora a porre in essere la necessaria capacità d’unione e d’intenti. Ancora troppo evidenti ed eclatanti le diversità, che pur essendo sotto gli occhi di tutti, risultano ancora oggetto di grandi controversie.

L’Europa ha bisogno di una immediata convergenza di azioni condivise per arginare le insidie dei mercati finanziari e dell’approvvigionamento dei prodotti petroliferi e non solo, in questo epocale cambiamento condizionato dalla globalizzazione.

Infine chiudo con una foto VERA che mi è stata mandata da alcuni amici che in questi giorni si trovano alle Canarie che evidenzia il costo del carburante da quelle parti. Una foto che non ha bisogno di alcun commento.