korallia
Favole

La storia di Korallia e della magica spiaggia della baia di Agia Marina

Tratto dal libro “La Mattonella di Afroditi

Eracle, dopo un po’ ci venne incontro invitandoci ad andare a mangiare qualcosa. La piccola casa di Eracle, quasi del tutto nascosta nella folta vegetazione, era dotata di un patio ampio da dove si poteva ammirare tutta la baia di Agia Marina che in quel tempo lui chiamava la baia di Korallia. Gli chiesi il perché di quel nome e mi raccontò questa storia. Capivo che in quel tempo parlare di santi era alquanto prematuro, ma chi sa perché, immaginavo che quel luogo non avesse alcuna denominazione, visto che era del tutto disabitato, fatta eccezione per la casetta di Eracle, che dedito ad assaporare un buon bicchiere di vino, inizio a raccontarci la storia di Korallia .

Korallia, nacque dall’amore segreto tra Afrodite  e un giovane mortale. Crebbe nascosta dagli occhi curiosi degli altri dèi. La sua bellezza era straordinaria, ma ciò che la rendeva davvero unica era il fatto che poteva creare riflessi di sé stessa, illusioni che potevano confondere chiunque le si avvicinasse. Questo potere le fece guadagnare il nome di “Korallia,” ispirato alla parola greca “korállion,” che significa “riflesso.”

Un giorno, mentre Korallia passeggiava sulla spiaggia, incontrò un giovane dio di nome Theros, figlio di Eros. Tra loro scoppiarono scintille di passione e amore e iniziarono una relazione segreta, incontrandosi quasi sempre proprio sulla spiaggia dove si erano conosciuti. Il loro amore era profondo e sincero e sembrava che nulla potesse separarli. Tuttavia, Korallia aveva un desiderio profondo e misterioso: credeva che la sua vera divinità sarebbe stata incompleta finché non avesse trovato la sua copia perfetta. Aveva sognato di essere doppia e questa convinzione la ossessionava. Un giorno, dopo aver dato un appuntamento a Theros sulla spiaggia, Korallia non si presentò. Theros la cercò ovunque, ma non riuscì a trovarla.  Korallia era scomparsa nel nulla.

La leggenda narra che Korallia salpò sola per il mare Mediterraneo alla ricerca di sé stessa. Credeva che solo trovando la sua copia perfetta avrebbe raggiunto la piena realizzazione della sua divinità. Molti dissero di averla vista solcare il mare Egeo, creando illusioni di sé stessa, che danzavano sulla superficie dell’acqua. Tuttavia, Korallia non fu mai più vista sulla terra ferma. Qualcuno in quel tempo disse di averla vista andare su è giù per la baia, come se stesse cercando il suo grande amore, rammaricata per averlo abbandonato.

La storia di Korallia divenne una storia marina, raccontata di generazione in generazione. Si dice che, anche oggi, (oggi riferito al tempo di Eracle) Korallia continui la sua ricerca eterna nel mare Mediterraneo, della sua copia perfetta, la chiave per diventare finalmente, una dea completa, ritornando di frequente qui ad Agia Marina, sperando di poter trovare sul bagnasciuga Theros. La spiaggia dove aveva incontrato il suo grande amore diventò così un luogo sacro, dove le coppie si recano sperando che l’amore possa durare per l’eternità, così come l’amore segreto di Korallia e Theros è rimasto intatto nei racconti tramandati nel tempo.

Che strano, non avevo mai sentito parlare che la mia spiaggia, quella di Agia Marina di Aegina, un tempo si chiamasse Korallia e che godesse di questa sacralità. Volli approfondire l’argomento con Eracle, la cosa mi incuriosiva, anche perché intravedevo qualcosa che avrei potuto svelare una volta ritornato nel mio tempo, che, anche se non sarei stato creduto, comunque avrei fatto accendere quel barlume di curiosità e chi sa che poi, la mia spiaggia, non sarebbe stata ricordata in futuro, come la spiaggia sacra per gli innamorati e quindi una nuova meta di pellegrinaggio sentimentale.

Mi rivolsi a Eracle chiedendogli perché una romantica quanto bella storia come questa non sia stata tramandata come per tant’altri eventi e fatti legati alla mitologia greca. Sembrava strano che questa storia, leggenda, chiamatela come volete, sia stata tramandata sino ad un certo punto e poi sia svanita nel nulla. Eracle mi rispose che Venere, d’accordo con le altre divinità, volle che gli uomini dimenticassero questa storia, peraltro legata ad una sua relazione segreta, facendola cancellare dalla loro memoria. Ma, a quanto pare, la vera motivazione consisteva nel voler fare in modo che gli amori che in futuro sarebbero nati su questa spiaggia, fossero dotati di un sentimento forte e duraturo, senza che venissero condizionati da questa leggenda.

«Allora il nostro amore è stato talmente forte e duraturo nel tempo perché nato spontaneamente e incondizionatamente su questa spiaggia?» chiesi a Eracle.  «Se così fosse, vorrà dire che tutti gli amori nati su questa spiaggia sono state delle relazioni straordinarie, forti e durature?»

«Proprio così». Mi rispose. «Se la leggenda si fosse diffusa anche nel tuo tempo, molte coppie avrebbero immaginato di vivere una storia straordinaria, senza comprendere che probabilmente quel sentimento, se eventualmente nato e sbocciato su quella spiaggia, non era del tutto sincero. Voi due lo avete fatto nascere accarezzando la cresta delle onde, in particolare di quell’onda birbona, che arrivata inaspettata, aveva momentaneamente accecato Afroditi e tu ne approfittasti per posarle delicatamente un bacio sulle sue labbra, cosa che apprezzò, visto che subito dopo ti accarezzò prima il viso e poi, chi sa perché, le venne spontaneo di scompigliarti per la prima volta i capelli. Ecco, quella fu la scintilla del vostro amore e adesso ti dirò una cosa che ti stupirà, che certamente avrai difficoltà a credere, ma tu agisci come meglio desidera il tuo cuore. Quell’onda fu propiziata proprio da Korallia che ancora solca, in particolare, il mare di questa bella spiaggia magica. È stata lei che in un certo qual modo ha benedetto il vostro amore. Comprendo che non è facile credere a queste che dette così appaiono delle belle favole, inventate da altrettante fervide menti fantasiose, ma comincia a farti cullare dalle favole, metti da parte la tua razionalità, immagina di quanto sia bello credere che una quasi dea, gironzolando su questa spiaggia da millenni, sia interceduta in tuo favore e che questo vostro amore abbia avuto la forza di attraversare, non solo i decenni della vita del vostro tempo, ma di attraversare il tempo, venendo così a conoscenza di verità nascoste. Come vedi, hai avuto modi di conoscere la storia di Korallia che non è stata mai riportata da nessuna parte e da nessun essere vivente. Non aver timore, tornato nel tuo tempo racconta alla tua gente questa bella storia e che ad Agia Marina venga riconosciuta e accreditata la giusta dimensione magica, che tu peraltro, per certi versi, avevi già percepito e riferito ad un contesto più ampio».

«Mio caro Eracle, come giustamente hai ricordato, io ho sempre avuto la percezione che qualcosa di magico ci fosse su quest’isola. Quando sono qui il mio stato d’animo muta, non riesco a trovare le parole giuste per descrivere quella che potrei definire una nuova dimensione. È come se mi trovassi in un luogo che sembra sospeso tra il mondo reale e un sogno incantato. Le sensazioni che avverto sono un mix di meraviglia e serenità, come se avessi varcato una soglia segreta verso un mondo magico. L’aria intorno a me è carica di un’energia particolare, un’energia che sembra vibrare nell’aria stessa.

Il tutto mi appare avvolto da una luce dorata, una luce che sembra emanare da ogni elemento che mi circonda: gli alberi, i fiori, le pietre e persino l’aria stessa.

Il suono del vento tra le foglie degli alberi è dolce e rassicurante, come una melodia che si diffonde nell’atmosfera, invitandomi a lasciarmi andare, ad abbandonare i pensieri tristi e di godere di questi momenti. Camminando in questo luogo magico, sento la terra sotto i miei piedi come se fosse viva, come se comunicasse con me attraverso ogni passo. Gli odori intorno a me sono intensi e avvolgenti, un mosaico di profumi che evocano ricordi lontani e a me tanto cari. In questo luogo, che ritengo a pieno titolo magico, il tempo sembra aver perso il suo significato.

Gli istanti si dilatano, diventando eternità. Mi siedo su una pietra antica, quella ai margini del Tempio di Aphaia e chiudo gli occhi, cercando di assorbire ogni particolare di questo mondo incantato. Voglio scolpire questi momenti nella mia memoria, inciderli nel mio cuore in modo che possano tornare a me nei momenti più bui. Qui ad Aegina mi sento in sintonia con tutto ciò che mi circonda, come se facessi parte di un’unica grande sinfonia. E la cosa che più mi aggrada è il fatto di sentire di appartenere a questa terra e questo mi rende fiero e orgoglioso. È un luogo questo, in cui le preoccupazioni e le ansie si sciolgono, lasciando spazio solo alla pace e alla gioia. Qui, adesso, nella magia di questo momento, mi sento veramente vivo, come se avessi trovato una connessione profonda con il mondo e con me stesso. E mentre mi immergo in quest’esperienza magica, cercando di seguire il tuo suggerimento, ovvero di osservare e sentire, ti prometto che porterò con me queste sensazioni, per riviverle proprio nei momenti più tristi della mia vita. Saranno un faro di speranza, un ricordo vivido ed intangibile di quanto il mondo possa essere sorprendente e meraviglioso. In questo luogo magico, ho scoperto un pezzo di eternità che mi apparterrà per sempre».

Afroditi che in un certo qual modo non aveva ancora preso parte nei nostri discorsi chiese di intervenire, in punta di piedi, quasi avesse timore di disturbare.

«Sono sbalordita e profondamente emozionata per la possibilità che mi è stata concessa di riabbracciare il mio vecchio amore. Le mie emozioni potrebbero essere descritte come un misto di gioia, sorpresa e gratitudine. Il fatto che gli dèi olimpici abbiano permesso questo incontro è per me una benedizione incredibile e a loro voglio dedicare questo mio sentito e sincero ringraziamento. “Oh, potenti dei olimpici, non riesco a esprimere quanto sia grata per il dono che mi avete fatto. Riavere il mio amore giovanile è un miracolo che mai avrei potuto immaginare. Sono stupita dalla vostra generosità e dalla vostra benevolenza.

Credo in voi con tutto il mio cuore e questo incontro è la prova tangibile della vostra esistenza e del vostro potere. Grazie, grazie da parte mia e del mio amato, per questi preziosi momenti che ci avete concesso. Che possiate continuare a illuminare le nostre vite con la vostra grazia e la vostra protezione”».

Vidi per la prima volta da quando sono stato catapultato in questo tempo, luccicare gli occhi ad Eracle. La cosa mi stupì, perché sinora mi aveva dato l’impressione di qualcosa di asettico, imperscrutabile, quasi senza sentimento, invece no. L’esternazione sincera dei nostri sentimenti lo avevano colpito dandoci così, finalmente, la possibilità di sentirlo più vicino e solidale. Avevo trovato non solo il mio antenato, ma un amico con cui condividere i miei stati d’animo e lui percepì questa nostra positiva predisposizione dei suoi confronti, intervenendo ed esternando anche lui le sue sensazioni ed emozioni.

«Carissimi, quando ci siamo incontrati per la seconda volta su quest’isola, avevo immaginato che avrei fatto il classico accompagnatore, quello che voi poi avete definito il Cicerone di turno. Non avrei immaginato che insieme a voi e soprattutto grazie a voi, avrei riprovato quei nostalgici sentimenti d’amore che mi hanno fatto compagnia per il resto della mia vita, dopo che la mia Afroditi era stata promessa sposa ad altro uomo, visto che non feci ritorno dalla guerra di Troia come la maggior parte dei miei compagni. Il ritornare dopo oltre dieci anni ad Aegina e non ritrovare il mio amore, mi spezzò il cuore. Il sapere che si trovava tra le braccia di un altro uomo era una continua sofferenza. Vengo spesso su questa spiaggia, perché è qui che ci scambiammo il nostro secondo bacio, trascorrendo una intera giornata indimenticabile.

Rivedere la tua Afroditi, sentire le sue e le tue parole, non ho potuto fare a meno di ripensare quanto fui felice in quei giorni. Ero un semplice pastorello, lei apparteneva ad una famiglia nobile. Me ne ero innamorato follemente, pur avendola vista solo una volta all’anno senza mai averle toccato nemmeno una mano. Non avrei mai potuto immaginare allora che sarebbe poi diventato il mio grande amore. È proprio qui che ho trascorso le giornate più felici della mia vita. Vogliate scusare questa mia tristezza. Forse non ci crederete, ma da quando sono ritornato da Troia e avendo appreso che lei era andata in sposa lontana da Aegina, tutte le mie giornate sono state sempre tristi. Sono certo che anche lei, per quanto certamente moglie fedele, conserva in fondo al suo cuore un po’ d’amore per me. Ho pregato, implorato Korallia, che me la riportasse, ma sinora in me c’è solo spazio per i miei sogni. Ho sempre sperato che si avverasse la storia di Leonidas ed Eleni. Non si contano tutte le volte che sono andato a pregare la dea Afroditi su al tempio che tu chiami di Aphaia, affinché me la restituisse almeno per un solo giorno».

«Qual è la storia di Leonidas ed Eleni? Sarei curioso di conoscerla». Chiesi ad Eracle di raccontarcela, anche perché per me si stava pian piano aprendo un nuovo mondo di favole, leggende, storie e fatti che non riuscivo più a comprendere quali fossero leggende e quali le storie vere. Ma forse, in me cominciava a prevalere il desiderio di voler credere e lasciare il posto a quelle leggende, che, per quanto inverosimili mi aiutavano a ipotizzare un mondo migliore. Eracle, penso, che si aspettava che gli chiedessimo di raccontarci questa storia, probabilmente perché faceva bene più a lui.

«Eccovi la storia di Eleni e Leonidas. Nella lontana epoca della mitologia greca, in una piccola città costiera baciata dalla luce dorata del sole, vivevano due giovani innamorati, Eleni e Leonidas. La loro storia era come una melodia dolce, intrecciata tra i campi di fiori selvatici e le spumeggianti onde del mare Egeo. I loro cuori battevano all’unisono e ogni giorno trascorso insieme, era una promessa d’amore eterno. Tuttavia, la felicità di Eleni e Leonidas venne minacciata da eventi al di là del loro controllo. Un giorno, giunse notizia che il re della terra lontana di Ithelios aveva richiesto la mano di Eleni per suo figlio, il principe Andros.

Era una richiesta che il padre di Eleni non poteva rifiutare, poiché era un’opportunità per la sua famiglia di prosperare e mantenere la pace tra i regni. Eleni e Leonidas furono straziati dal dolore quando dovettero dirsi addio. Si giurarono eterno amore e promisero di attendere il momento in cui si sarebbero potuti riabbracciare. Ma mentre il tempo passava, Leonidas iniziò a languire. Il suo cuore, privo della sua amata, si trasformò in un contenitore profondo e oscuro. Leonidas decise di intraprendere un viaggio disperato per cercare l’unico aiuto che poteva restituirgli Eleni, anche se solo per un breve istante. Si avventurò verso l’antico tempio della dea Afrodite, la divinità dell’amore e della bellezza. Giunto davanti all’altare e, con lacrime agli occhi, implorò la dea di ascoltare la sua richiesta. “O dea Afrodite,” disse Leonidas con voce tremante, “so che le vostre decisioni sono insondabili, ma vi prego, vi supplico, concedetemi un solo giorno con il mio amore, Eleni. Lasciatemi viverlo appieno, affinché il mio cuore possa trovare la pace nell’abbracciarla una volta ancora, prima di abbandonare questo mondo senza speranza.”

Afrodite, commossa dal pianto sincero di Leonidas e dalla forza del loro amore, scese dal cielo. I suoi capelli d’oro e le ali splendenti brillavano come stelle nel crepuscolo. Ella disse: “Leonidas, il tuo amore è vero e puro e i cuori che battono all’unisono come il vostro sono rari. Esaudirò il tuo desiderio.” Con un gesto divino, Afrodite riportò Eleni nella città di Leonidas per un giorno. I due amanti si riunirono e passarono il loro giorno insieme come se fosse un sogno. Camminarono lungo la spiaggia, si persero nei loro sguardi e si scambiarono promesse di amore eterno.

Il loro abbraccio era caloroso e rassicurante e nulla poteva separarli durante quel breve, ma prezioso giorno. Al tramonto, quando il giorno volgeva al termine, Eleni tornò al suo destino e Leonidas, con un sorriso sereno, si rivolse nuovamente alla dea Afrodite.

“Grazie, o magnifica dea, per avermi concesso questo dono. Ora sono pronto a lasciare questo mondo, sapendo che ho vissuto un amore così profondo e puro.”

Afrodite sorrise e con un gesto d’amore, portò via Leonidas verso le stelle, dove lui ed Eleni poterono finalmente essere uniti per l’eternità, in un luogo dove l’amore non aveva più confini né distanze da superare.

«E così, miei cari Pompeo e Afroiditi, la storia di Eleni e Leonidas divenne una leggenda, una testimonianza eterna dell’amore che può superare qualsiasi ostacolo, anche la separazione tra morte e vita. Ecco perché continuo a implorare la dea Afroditi, perché nutro la convinzione che un amore quale quello mio, debba prima o poi essere premiato. Forse il mio è solo un sogno, una speranza, ma sono certo che proprio voi siete nelle condizioni di poter capire quanto sia importante vivere inseguendo una speranza. Non dimenticate mai l’espressione “finché c’è vita c’è speranza” riflette un principio ottimista che sottolinea la possibilità di cambiamento e di miglioramento, anche nelle situazioni più difficili e disperate. Rammentiamola sempre questa frase, perché ci farà ricordare, che, mentre si è vivi, c’è sempre la possibilità di sperare e di affrontare le sfide, non importa quanto siano gravi. La vita, come avrete ben capito da questa avventura, è imprevedibile e spesso le situazioni possono cambiare in modi che non ci aspettiamo. Anche quando sembra che non ci siano soluzioni immediate ai problemi ed il futuro è incerto, potrebbero emergere una opportunità o risorse inaspettate, come è successo a Leonidas. Noi esseri umani stiamo dimostrando nella sofferenza soprattutto, una notevole capacità di adattamento, superando ostacoli e cercando di recuperare situazioni difficili. La speranza è un motore potente che può spingere le persone a cercare soluzioni e a perseverare anche quando le circostanze sembrano avverse. La speranza, laddove ben coltivata, ci aiuta e ci dà la motivazione per cercare soluzioni e se necessario fare cambiamenti positivi nella nostra vita, cercando aiuto quando è necessario. La convinzione che le cose possono migliorare può essere un incentivo importante per continuare a lottare, l’ottimismo e la speranza possono essere risorse psicologiche preziose per affrontare le sfide della vita, anche quando il futuro appare nero. Miei cari compagni di viaggio, io continuerò a sperare!».

«Mio caro fratello Eracle, ti ho ascoltato con interesse e grande commozione. La storia di Leonidas ed Eleni sarà ben apprezzata anch’essa dalla gente del mio tempo, ma ho una domanda a bruciapelo da farti: hai fatto un elogio meraviglioso alla speranza, hai asserito con enfasi e con una certa dose di ottimismo di continuare a sperare affinché tu possa riabbracciare la tua Afroditi, ma tu non sei oramai al di fuori del tempo? Che tipo di speranze speri che si concretizzino, se oramai la tua vita terrena è terminata? Scusa la mia solita analisi logica di quanto vai asserendo, ma è più forte di me».

«Certo che con te la dose normale di pazienza non è sufficiente. Poni delle domande a bruciapelo, senza riflettere sulle mie precedenti risposte e inviti. Ti ho invitato e pregato di ascoltare e riflettere, rinviando ogni eventuale considerazione alla fine di questo viaggio. Hai dimenticato che questa è un’avventura senza precedenti, per quel che ne so io, per cui le tue regole determinate principalmente dal tempo e dallo spazio qui, adesso, sono del tutto azzerate. Il ragionamento logico umano qui non si applica. Sei in una dimensione divina dove se cercherai di assecondare la tua logica, non riuscirai mai a trovare una sola risposta alle innumerevoli domande. Sei qui con me, sei ovviamente convinto di trovarti in una condizione che di logico non ha nulla. Sei a ritroso nel tempo di ben 28 secoli, stai parlando con qualcuno che dice di essere te, la tua controfigura vissuta nel passato e che tu in un certo qual modo non sei altro che la sua reincarnazione. Al tuo fianco da qualche giorno vi è la tua bella, quell’amore giovanile che iniziato quale amoretto da quattro soldi e che si è trasformato in un amore che continua a sopravvivere, non solo alle intemperie della vita, ma che si è rimaterializzato, nonostante la sua vita terrena sia cessata da un po’ di tempo. Perché non cerchi di darti una risposta prima a tutto ciò, che sono le basi di questa realtà, che però ti è molto gradita. Lascia perdere, dammi retta, abbandona ogni intento di riuscire a capire qualcosa, di dare a tutto ciò una risposta razionale. Chi sa che facendo così tu non riesca, non solo ad apprezzare meglio questo mondo che a te pare virtuale, ma anche a trovare qualche razionale spiegazione. Un’altra cosa che penso di aver capito e che sta forviando i tuoi pensieri è la ricerca di risposte, non solo per tua curiosità, ma per poter, ritornato nel tuo tempo, stupire la tua gente, riferendo cose sconosciute, nuove scoperte, ma più di tutto poter portare con te una prova tangibile e inconfutabile della reale esistenza degli dèi olimpici e della loro unicità, mettendo così fine al brulichio di fedi profane».

La semi dea Korallia
La semi dea Korallia