Peperone: i ricchi diventano sempre più ricchi
Politica

L’ambigua quanto discutibile politica sociale di Draghi

La crisi energetica sta mettendo a dura prova l’operato governativo delle cancelleria d’Europa che, a quanto pare, anche se in ordine sparso e con accorgimenti diversi, hanno cercato di porre freno alla macroscopica lievitazione del caro bollette per i cittadini e le aziende. Alcuni stati, tra cui la Spagna e l’Olanda hanno il costo in bolletta dell’energia elettrica inferiore della metà della nostra.

In questa campagna elettorale la cui nota che accomuna tutti i partiti è l’ipocrisia e in qualche caso la falsità, sta montando la richiesta di immediati interventi del Governo a frenare la crisi. Che strano, a sbraitare sono proprio quei partiti che oggi seggono insieme a Draghi. Roba da matti. In sede di Consiglio dei Ministri non operano alcuna scelta e poi, ipocritamente e anche squallidamente in campagna elettorale dichiarano il contrario.

Draghi, considerato il migliore, laddove ce ne fosse ancora bisogno, sta dimostrando che l’aggettivo migliore non gli appartiene proprio. Sarà certamente stato il migliore nel saper gestire gli interessi della finanza per conto terzi, ma alla guida di un governo di uno stato, con problematiche sociali ed economiche come il nostro, lo ritengo il soggetto meno adatto.

Mentre da tutte le parti si invocano immediate misure per il contenimento del costo delle bollette, lui continua ad attendere, mentre giorno dopo giorno gli extra profitti delle aziende che erogano energia si stanno ingrassando a dismisura a scapito di un Paese che sta andando alla deriva. Penso, ipotizzo che la sua giustificazione, ovviamente non condivisibile, sia il fatto che alcuni partiti in questa sciagurata campagna elettorale stanno promettendo investimenti che vanno oltre i 100 miliardi.

Queste promesse ovviamente stanno allarmando i mercati finanziari, per cui un eventuale intervento oggi, potrebbe produrre una reazione sulle dinamiche del nostro debito pubblico per le ipotizzate promesse futuro. Quindi per paura che i mercati s’arrabbiano (cosa che ritengo spropositata – non dimentichiamo che quando il governo Draghi è stato sfiduciato – i mercati non hanno reagito – in poche parole anche i mercati cominciano a credere poco in Draghi) lascia nel panico milioni di famiglie che peraltro, adesso, come se non bastasse ci si è messa anche la BCE, che sta ponendo in essere il terzo rialzo consecutivo, in pochi mesi dei tassi d’interesse.

In poche parole mazzolati da Draghi e resi cornuti dalla La Garde.

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