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Politica

La pandemia sarà la cosa più brutta che ci sia? Debito pubblico oltre 1800 mld per fine 2021

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La campagna vaccinale se pur avviata con qualche perplessità e sbavature di vario genere, sta comunque apportando benefici tangibili al contrasto del dilagante contagio pandemico. Possiamo, salvo imponderabili imbecillità recondite della nostra politica, di poter pensare in positivo.

Nel corso dell’estate prossima probabilmente il problema non sarà più la pandemia, che tutti ci auguriamo possa gradualmente lasciare il posto alla normale quotidianità di un tempo, saremo invece tutti preoccupati per il livello raggiunto dal nostro debito pubblico in contrapposizione ad una struttura economica e produttiva del sistema Italia incapace di saper dare la giusta accelerazione. Non per colpa di Draghi ma per colpa di tutti gli idealisti incoscienti  della politica, che avendo chiamato Draghi, hanno pensato fosse depositario di formule magiche atte a risolvere problemi atavici e incancreniti. Anche se il mio parere è un tantino più cattivo, ovvero hanno voluto in questo modo far comprendere al Paese che il sistema (per loro colpa, ovviamente) era giunto ad un livello di degrado che nemmeno colui che sa camminare sulle acque saprà affrontare.

Al 28 febbraio scorso il nostro debito pubblico di attestava a 2.644 miliardi euro. Siamo per qualche centesimo di punto al di sotto del 160% del Prodotto Interno Lordo.

Non solo, non sono stati ancora erogati i sostegni rivenienti dai 32 miliardi precedenti a cui si andranno ad aggiungere gli ulteriori 40 deliberati con l’ultimo decreto legge.

Si, però, arriveranno i fondi europei, circa 190 miliardi di cui 67 a fondo perduto. Al momento l’ipotesi più rosea ci consentirà di cominciare a mettere le mani su una piccola parte di questi fondi solo dopo il prossimo settembre, ammesso che si sblocchino, a livello di Consiglio di Europa le perplessità legali/costituzionali avanzate da Germania e Polonia.

Ammesso, e noi ce lo auguriamo che il tutto vada per il meglio, 120 miliardi dei 190 saranno solo dei prestiti, ovvero soldini, non pochi, che andranno ad aggiungersi al nostro fantasmagorico debito pubblico.

Una previsione ottimistica attesta che alla fine del 2021 il nostro debito possa oltrepassare la soglia dei 1800 miliardi.

Draghi nella sua conferenza stampa di due giorni fa ha accennato al debito buono e sulla crescita economica. Giustissimo. Però sa anche che le eventuali crescite dipendono dalla qualità strutturale di cui ogni paese è dotato. E non mi pare che il nostro goda di potenziali eccellenze, sia in termini di gestione dei servizi ai cittadini, che del patrimonio demaniale e produttivo. Draghi secondo me sta scommettendo sul nostro futuro, attenzione, non mi pare che abbia molte alternative, solo che non vorrei che qualcuna di queste scommesse appartenesse al gioco d’azzardo.

I mercati finanziari oggi sono cauti, stanno alla finestra, aspettano di vedere e di verificare le reazioni economiche dei vari governi, affilando ben bene le armi. La pandemia ha fatto accrescere a dismisura la disponibilità liquida dei poteri forti, pronti a farla navigare laddove i profitti saranno più notevoli ma soprattutto dove sarà consentito loro di accrescere il loro potere decisionale sui alcuni governi .

Draghi è un grande economista, intelligente con grande esperienza e pelo sullo stomaco, ma non dimentichiamo che la sua filosofia è ben diversa da quella di una politica sociale, perché solo la tutela e l’accrescimento della ricchezza (non a livello pro capite) potrebbe poi, in parte, essere dirottata ad accontentare le richieste sociali, ed è questo secondo me quello che traspare. Inoltre avendo constatato che, mentre gli stati governati da politiche inadeguate se non proprio clientelari hanno prodotto solo enormi quantità di debito, e nel contempo la finanza ha rafforzato le proprie disponibilità, la ricerca di  nuove coperture atte a tener fermo il debito pubblico sarà pilotata esclusivamente dal comportamento dei mercati, ecco che mi chiedo come il sistema Italia potrà affrontare il bilancio dello stato nel corso del 2022.

Al momento Draghi dal suo cilindro non ha ancora tirato fuori nessun coniglio (un topo si, quello del condono) anzi penso che essendo suo desiderio sedere sulla poltrona di Mattarella, adesso cercherà di accontentare un po’ tutte le forze politiche con lui sedute al governo del paese. Una maggioranza politica bulgara che ovviamente non gli consentirà di intraprendere una seria e credibile attività di ricostruzione di un sistema malandato. Dovrà scegliere tra i vari compromessi al ribasso per accontentare tutti i partiti e spianarsi la strada per il Quirinale o battere i pugni sul tavolo, sbattendo in faccia all’ottusa politica la dura realtà che dovrà essere costituita da provvedimenti  impopolari.

Ci piaccia o no raggiunta la soglia dei 1800 miliardi, è mio parere, che i mercati cominceranno ad irritarsi facendo schizzare all’insù lo Spread  tra  i bond tedeschi e i nostri, oggi fortunosamente attestati sui 100 punti. Il problema sarà ancora più drammatico perché Draghi, salito al Quirinale, non potrà interferire con la vita politica ed economica e non penso che nel contempo qualche altro Messia sarà disponibile a guidare un manipolo di politici che da decenni hanno solo prodotto disastri.

Il problema sarà, tra l’altro, provvedere al pagamento annuo degli interessi sul debito pubblico che proprio nel 2020 ha fatto registrare il tasso medio più basso dall’unità d’Italia, pari all’1,7%. Cosa che ovviamente i nostri giornali se guardano bene dal divulgare, non dovendo irritare le loro linee editoriali a volte allineate ad i una opposizione inqualificabile e nociva.

Pertanto nel corso del 2022, se non ci dovessero essere turbolenze finanziarie, cosa poco probabile, mantenendo un tasso medio tra l’1,7 e l’1,8%, noi italiani dovremo tirar fuori oltre 50 miliardi. 

Quello che la nostra politica ha ben capito ma fa orecchie da mercante, è che i mercati finanziari dispongono di teste pensanti straordinariamente capaci e intelligenti, non sono come la politica dove ad un fabbro incapace  gli viene affidata una corsia di un ospedale o mandato dirigere un importante settore strategico per l’intera nazione.

Pertanto questa finanza è lì acquattata pronta ad aggredirci e profittare lautamente grazie alle nostre recondite imbecillità, sperando che a questa non si unisca anche una precisa volontà corruttiva.

Il 2022 sarà un anno cattivo per l’Italia, se non saranno presi i giusti provvedimenti economici che sono sotto gli occhi di tutti ma che nessuno vuol prendere in esame per paura di perdere credibilità elettorale.

La liquidità disponibile sui conti correnti degli italiani si sta attestando sui 4600 miliardi, sono i nostri risparmi. 

Oltre l’80% delle famiglie detiene la proprietà della sua abitazione.

A questo si contrappone un sistema burocratico statale da quarto mondo, inefficiente e arretrato, con un sistema di tutele per il personale dipendente vergognoso, in quanto le inefficienze di ogni genere e tipo non sono mai punite e la conservazione del proprio posto, vita natural durante, sempre e comunque viene loro garantita.     

Tutto ciò genera solo sconquasso, inadeguatezza dei servizi resi ai cittadini, che se poi ci abbiniamo un po’ di clientelismo e corruzione, potete agevolmente comprendere in quali braghe di tela ci troviamo.

Draghi oggi ha questo compito, difficile e gravoso che però non penso attuerà, mirando al Quirinale:

  1. Riorganizzare la Pubblica Amministrazione sugli standard delle aziende private. Chi non lavora fuori senza indugi. I Dirigenti che non dirigono, fuori;
  2.  Mettere mani finalmente al codice di procedura penale. E’ da stato dittatoriale constatare che la gran parte dei reati commessi, con particolare attenzione a quelli commessi dalla politica e dai soliti potentati si prescrivano e tutto finisce a tarallucci e vino;
  3. Si ponga fine all’utilizzo miserabile dell’immunità parlamentare utilizzata a dispregio di una intera nazione;
  4. Si faccia una seria attività anti evasione. Mi chiedo come mai il sistema bancario conosce anche il colore delle nostre mutande e il fisco brancola nel buio? Forse si vuole che le cose funzionino così?
  5. Si abbia il coraggio di andare a chiedere ai cittadini, soprattutto quelli che nel corso della pandemia non hanno subìto danni economici ad una compartecipazione, estesa con particolare attenzione a quelle categorie merceologiche che ne hanno tratto grande profitto. Ma tutto questo non lo si potrà fare sino a quando ci sarà un parlamento che continuerà a riconoscere vitalizi a soggetti  condannati per aver rubato denari pubblici.     

Senza un processo di recupero etico della funzione pubblica dello stato, che dovrebbe cominciare proprio dalla scuola, ogni percorso sarà vano. Il cittadino onesto, proprio perché tale, sarà ben disposto a fare dei sacrifici, solo che non tollera che i suoi sacrifici siano poi vanificati da una politica corrotta, al soldo dei poteri forti, constatando giorno dopo giorno che i soliti furbetti riescono a farla franca grazie alle complicità di un sistema statale indegno di questa funzione.

Ecco perché alla fine della giostra ritengo Draghi, il miglior soggetto disponibile in termini finanziari e monetari non lo è altrettanto per condurre il Paese in un percorso di seria ricostruzione.