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Politica/Economia

Economia: come al solito è in corso la festa dei numeri, forse per nascondere amare verità

Siamo abituati da tempo a sentir spiattellare numeri che testimoniano che tutto sta andando alla grande.

Stampa, TV, società demoscopiche rilevano e divulgano una serie di dati consuntivi di una economia che, a detta di costoro, sta andando a gonfie vele. Ieri Bonomi Presidente della Confindustria sembrava esaltato di come stia andando l’economia, paragonando Draghi a De Gasperi (forse a Bonomi necessita una ripassatina sul percorso politico di Alcide De Gasperi). L’esperienza mi porta a dire che laddove la Confindustria gode, il Popolo piange.

La previsione di crescita del nostro paese, dice Bonomi, peraltro, sostenuto dal Governatore della Banca d’Italia, quest’anno saranno aldilà di ogni più rosea previsione, potendosi attestare ad un +6%. Lode a Draghi, che il Signore ce lo benedica e ce lo conservi, questo il sunto del suo discorso.

Una cosa è certa, mai nella storia della repubblica Italiana abbiamo vissuto un periodo così ipocrita, dove tutti i poteri forti e gli stessi partiti politici si sono appiattiti ventre terra ad una non politica. Quella di Draghi è una non politica, in quanto lui sta solo gestendo la programmazione dei prestiti che dovrebbero arrivare dall’Europa, peraltro concordati in sede di Commissione Europea, per l’importo ragguardevole di 248 miliardi, dal precedente Governo Conte.  Perché di prestiti stiamo parlando. Dei 248 miliardi solo 64 saranno a fondo perduto, gli altri andranno ad incrementare il debito pubblico.

Le riforme in atto hanno dimostrato uno straripamento della democrazia a destra, vedi la riforma della giustizia della Cartabia, dove nemmeno Berlusconi  è stato capace di concepire tale efferatezza giudiziaria.

Ritornando all’ipotetico incremento del nostro Prodotto Interno Lordo del 6%, che mi auguro sia anche superiore, questi signori dimenticano che lo scorso anno, fu funestato dalla pandemia, l’Italia è stata quella che ha subito il maggior tracollo economico, perdendo il 9,5% del PIL. Perché fare festa su questo 6%, anzi ritenerlo entusiasmante? A parte il fatto che alcuni rilevatori indicano al momento che l’incremento del PIL non dovrebbe essere superiore al 3%, ma si sa che quello che succede con il Governo Draghi vale il doppio.

Da economista ho sempre stimato Draghi come Governatore della banca Centrale Europea, una stima che va sempre più assottigliandosi da quando ha voluto cimentarsi nella guida di un governo politico, cosa estremamente diversa dalla gestione finanziaria e monetaria. Ho mal digerito il suo primo decreto, quello del condono, un altro insulto e schiaffo in faccia ai cittadini onesti. Adesso con la riforma Cartabia decine di migliaia di processi andranno in prescrizione e gli onesti cittadini la prenderanno nel sedere. Se questo è Draghi, forse vorrà dire che come sempre è quello che ci meritiamo.

Ultima chicca, giusto per i meno informati, il debito pubblico è alle soglie dei 2800 miliardi: auguri ai nostri giovani.