I nodi di una politica incapace stanno venendo tutti al pettine
L’inettitudine, la reale incapacità di saper fare e stare in politica della nostra classe dirigente, sta venendo a galla con macroscopica crudezza, mettendo a nudo un paese oramai allo sbando, senza un filo conduttore dove tutti sono contro tutto, avendo perso l’orizzonte del buon senso.
La situazione che stiamo vivendo è il frutto di una legislatura, quella trascorsa che ha saputo ingenerare un profondo conflitto sociale nel paese, grazie alla spavalda quanto inefficace politica economica e monetaria di Renzi. Una legislatura poggiata sulle menzogne e le mancette pre elettorali, dove il debito pubblico è aumentato contrapponendosi ad una drastica riduzione dei diritti dei lavoratori, sempre più precarizzati e senza tutele, con un progressivo scadimento della qualità dei servizi ai cittadini. Un quinquennio dove di anno in anno l’ISTAT evidenziava un paese dove povertà e indigenza erano in progressivo aumento, a cui faceva da contraltare un maggior arricchimento dei soliti noti.
Tutto ciò ha generato una forte repulsione verso la cosa pubblica, innestando un riversamento di preferenze elettorali dai partiti tradizionali (anche se di tradizionale oramai avevano conservato poco o nulla) ai movimenti leghisti e dei grillini. Le plateali menzogne di una politica non hanno avuto nessuna vergogna, continuando ad inneggiare ad un stato economico falso.
Da tutto ciò scaturisce un disorientamento elettorale pervaso da rabbia e contestazione, che ha trovato la sua apoteosi nella poco condivisibile negazione del Presidente della Repubblica di nominare Savona Ministro dell’Economia. Una scelta di campo, se pur dettata da fini di carattere pseudo economici a favore di altrettanti paraventi ai risparmi degli italiani, cosa che non capisco, visto che lo spread continua a salire preoccupando non solo i risparmiatori.
Una scivolata pericolosa che porta il paese direttamente e senza attenuanti di fronte ad un conflitto istituzionale senza precedenti nella storia della repubblica. Possibile che Mattarella, nella sua saggezza riflessiva non abbia tenuto conto che una decisione del genere avrebbe fatto solidarizzare anche coloro che non sono grillini e leghisti, sentendosi traditi? Non dimentichiamo che sempre e comunque a chiedere la nomina di Savona, era il 51% degli elettori. Ci piaccia o no, loro hanno vinto le elezioni e a loro spetta il compito decisionale di come governare il paese. Questa è la democrazia e lo prevede anche la costituzione.
Non sono un costituzionalista, motivo per cui non so quanto possa essere ritenuta offensiva per la costituzione la decisione di Mattarella, certo è che questo conflitto istituzionale porta il paese allo sbando, promuove ancor di più la sfiducia alle istituzione e questo penso sia ancor peggiore della paura dei mercati. Anzi lo sbando istituzionale potrebbe pesare in termini negativi più di qualche teoria anti Europa, peraltro datata.
Come si diceva all’inizio, tutto ciò è il frutto di un sistema che negli ultimi decenni non ha saputo produrre una classe dirigente credibili, costituita oggi dai soliti raccomandati spesso impreparati e inadeguati e non solo sotto il profilo professionale.
Siamo arrabbiati, incazzati neri contro la Germania, l’Europa che fanno i loro comodi a scapito nostro. Ma possibile che nessuno si voglia rendere conto che se gli altri riescono a crescere, a diventare sempre più potenti, dettando norme a loro favore e a scapito di altri partner, la colpa è nostra? I nostri politici quando in Europa si decidevano cordate e coalizioni, dov’erano? Cosa Facevano? Sbaglio o in Europa abbiamo sempre mandato gli scarti della politica, quelli trombati in casa a cui bisognava trovare un’altra collocazione?
Ecco che tutti i nodi stanno venendo al pettine. Siamo scarsamente credibili in Europa, d’altronde siamo diventati gli ultimi e non ultimo anche i più corrotti. Adesso stiamo diventando incredibili e arrabbiati in casa nostra. Una ricetta esplosiva il cui antidoto non so più dove andare a pescarlo.
Salvini e Di Maio, adesso anche appoggiati dalla Meloni e se andiamo a guardare alla spicciolata negli altri partiti, troveremo sicuramente molti a loro favore, se si metteranno di traverso alle istituzioni, cosa che hanno già detto, affermando che non si può più credere in loro, daranno vita ad un periodo turbolento e imprevedibili, dove saranno i mercati a punirci di più.
Caro Presidente Mattarella, se pur vero era che il tuo compito non era facile, anzi al contrario, particolarmente difficile ed ostico, la soluzione adottata ritengo, con l’auspicio sincero di sbagliare, sia stata peggiore del male che voleva arginare.