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Quando la frettolosità del Quirinale fece i gattini ciechi

TARANTOLa crisi di governo scaturita dalla scellerata convinzione di un premier di voler riformare la carta costituzionale del nostro paese, a scapito delle reali esigenze e delle aspettative di gran parte della popolazione che da tempo vive condizioni di disagio, ha scatenato un intervento da parte del Capo dello Stato che io ritengo un po’ troppo affrettato.

Non capisco perché si debba correre e nel giro di sole 48 ore ad approvare, da parte del senato, la legge di stabilità.  I mercati finanziari hanno chiaramente ed ampiamente risposto all’esito elettorale rispedendo al mittente tutte le previsioni apocalittiche, prevalentemente pilotate da una scorrettezza degna di essere valutata da una commissione d’inchiesta, onde verificare se tutto ciò, tra l’altro, non sia oggetto di reato penale.

Il patto di stabilità già approvato dal Parlamento è già esso stesso una fonte di norme economiche e finanziarie contestate, molte delle quali ritenute “insane”, frutto anch’esse di un voto referendario negativo. Pertanto mi chiedo perché Mattarella non ha fatto in modo che quest’insieme di norme venissero riviste, come peraltro voluto e manifestato in sede referendaria, che se pur vero si è votato contro una riforma squallida, si è anche voluto punire una compagine governativa che di errori non ne ha certo commessi pochi.

Perché tutta questa fretta? I mercati sono diventati maturi, son finiti gli isterismi, sempre che questi non siano pilotati artatamente per fini speculativi come successo a novembre del 2011 dove le condizioni economiche dell’Italia, aldilà di quanto comunemente detto, erano di gran lunga migliori di quelle attuali.

La frettolosità Mattarelliana non mi convince. Il popolo ha manifestato una sua prepotente voglia di riappropriarsi della capacità di contare qualcosa nelle scelte determinanti il futuro di questo paese, allora perché rimettere di nuovo in mano allo stesso manovratore l’esito di una legge così importante quale quella della stabilità economica e finanziaria già da più parti contestata senza la pur minima possibilità che possa essere rivista?

Non sarà la differenza temporale di una o due settimane a porre a rischio il nostro sistema, peraltro vorrei che Mattarella, ci spiegasse perché la Corte Costituzionale, se delicato è il momento, ha asserito che deciderà sulla legge elettorale non prima del prossimo 24 gennaio? Due mesi di tempo per un problema che già da mesi prima avrebbe dovuto esprimersi? Perché una legge di stabilità frettolosa, subito  e una delibera da parte della Consulta, che peraltro ritenga sia già pronta nel cassetto, tra due mesi?

Sono questi i veri problemi, quelli che poi i cittadini intravedono e valutano come la solita solfa per riportare in dietro il paese.

Forse sarebbe ora che  si mettesse un po’ da parte l’atavica convinzione sbagliata che quello che era valido ieri possa esserlo anche per domani, dando maggiore spazio e soprattutto rispetto alla volontà popolare.

Il 60% del popolo italiano ha bocciato la linea di questo governo, ritenendolo peraltro anche dannoso. Pertanto non vedo altra strada che quella che le massime istituzioni pubbliche rispettino questa volontà popolare, quella di cambiare, quella di ridare alla gente la responsabilità ed il diritto di scegliersi il proprio futuro, visto che in questi ultimi anni è stato solo forzatamente imposto proprio da quelle istituzioni che hanno dimenticato quale realmente fosse il loro ruolo.

Presidente, lei sa che in quella legge di stabilità tra le altre corbellerie, che certamente non vanno a favorire le povertà e la disoccupazione, ci sono anche i fondi tagliati per Taranto, per venir incontro a tante patologie di cui in particolare sono affetti i bambini di quel territorio. Pensa veramente che sia più importante far presto, trascurando problematiche etiche e sociali di così vasta portata? Lascio alla sua coscienza e a quella di tutti gli italiani la risposta, rammentando che forse la risposta della gente comune come me gliela ha comunicata, liberamente e democraticamente qualche giorno fa.

 

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