Attualità

Una società opaca genera diffidenza

E’ il momento in cui è stata posta alla ribalta del palcoscenico politico e scientifico l’obbligatorietà delle vaccinazioni. Stampa e TV da settimane non parlano d’altro, soprattutto sull’obiezione all’obbligatorietà delle vaccinazioni.  Un altro problema, come se non ne avessimo già a sufficienza, che va a rimpinguare il carniere della perenne campagna elettorale. Premessa molto importante, onde fugare ogni dubbio sull’interpretazione del mio pensiero, è la mia ferma, netta e inequivocabile favorevole posizione nell’obbligatorietà dei vaccini, ritenendoli una grande conquista scientifica e sociale, risultando un valido baluardo a tante malattie. La vaccinazione dei propri figli dovrebbe rappresentare una forma di civico rispetto non solo vero la propria prole, quanto verso coloro che vivono intorno a noi. (Chiaro?)

Solo che numerosi bambini in questi ultimi tempi non vengono vaccinati, ritenendo i loro genitori,  che gli effetti collaterali siano particolarmente pericolosi. Assistiamo in TV di testimonianze di madri che esibiscono i loro figli handicappati, a loro parere, quale conseguenza della vaccinazione. Si è aperta un aspra diatriba tra coloro che vorrebbero avere la libertà di scegliere se vaccinare o no i loro figli. Vengono addotte giustificazioni a favore della non vaccinazione prendendo spunto da singoli casi, che ad essere onesti, noi che non siamo medici ne scienziati, spesso restiamo un po’ sbigottiti, non perché si vuol dare ragione agli obiettori, quanto per il fatto che alla base di tutto non vi è la necessaria quanto opportuna trasparenza.

La politica, aldilà della difesa dell’obbligatorietà a vaccinare i bambini, non riesce a dare messaggi di chiaro e trasparente comportamento da parte  degli addetti ai lavori. Si assumono determinazioni in materia, diverse da regione a regione e addirittura da comune a comune. Non si procede però ad una seria campagna informativa sull’importanza e sulla necessità di questa terapia preventiva. Chiunque è contro la vaccinazione è contro tutto e tutti, è quasi un untore.  La voce disperata di tutte quelle madri che lamentano effetti collaterali devastanti a volte vengono ignorate se non addirittura additate quali elementi disturbatori del progetto della vaccinazione collettiva.

Già il fatto che nell’ambito dello stesso governo, gli stessi ministri, non riescono a trovare una linea univoca, è la riprova dell’approssimazione e dell’impreparazione ad affrontare un tema così delicato e importante per tutta la società. La ministra della sanità asserisce di aver già pronto il Decreto Legge che prescrive l’obbligatorietà della vaccinazione per l’iscrizione alla scuola dell’obbligo. La ministra dell’istruzione, ovviamente non interpellata preventivamente, risponde che un provvedimento di quel tipo non può essere adottato in quanto (ed ha ragione) lede l’art.34 della Costituzione che prevede l’obbligatorietà da parte dello stato di garantire la frequenza alla scuola dell’obbligo.

Potrei dire che se la ministra della sanità, o meglio ancora i suoi consiglieri, avessero letto bene la Costituzione avrebbero trovato l’art. 32 che recita: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana” forse si sarebbe evitata una figuraccia, che ha però un risvolto della medaglia preoccupante, quello di generare confusione, incredulità e soprattutto diffidenza sull’operato della politica. Una diffidenza che viaggiando a braccetto dalla constatata e inequivocabile stato di diffusa corruttela in cui si muove buona parte dell’apparato pubblico, fa assumere alla gente comune prese di posizione a volte contrarie ai loro stessi interessi.

La cattiva gestione dell’apparato pubblico deturpato e condizionato dal clientelismo e dalla corruzione, nonché dalla goduta impunità della classe al potere, sta scatenando reazioni incontrollate da parte della gente comune, mettendo in discussione tutto e tutti, arrivando al paradosso di esser disposti di buttare l’acqua sporca insieme al bambino. In questo marasma di degrado etico, la gente non è più capace di distinguere ciò che è bene e ciò che è male e se ad argomenti di così delicata importanza, ci aggiungiamo anche un po’ di opacità, si offre il fianco alla facile contestazione, che alla fine della giostra si rivelerà dannosa per tutti, indistintamente.

 

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