Riflessioni sull’anno che se ne va
Anche quest’anno, il 2019, è oramai sull’uscio di casa.
Sta indossando il suo pastrano e s’accinge a fare i suoi ultimi saluti, consapevole di finire tra i ricordi della nostra vita. Di tanto in tanto questo 2019 si guarda intorno, come se cercasse un po’ di commiserazione per chi sa di partire e non più tornare. Solo che intorno a lui c’è indifferenza, apatia, anzi, i più aspettano ansiosamente che se ne vada fuori dalle scatole, essendo stato, lui, il 2019, un anno poco felice.
Io lo definirei un anno senza sale, incolore, apatico e, se non fosse stato per la presenza del mio amato nipotino, forse anche un po’ antipatico. Un periodo della nostra vita trascorso tra incertezze e delusioni, tra attese disattese, con l’amaro consolidamento della convinzione che questa società continua a scivolare sempre più giù nel guado della viltà.
La politica nel 2019 è stata sempre vivace ed attiva, non ha perduto una sola occasione per dimostrare quanto sia falsa, ipocrita e purtroppo anche corrotta e vigliacca. Ha platealmente preso per i fondelli milioni di cittadini, conducendoli pian piano per mano, nel bacino della povertà e molti dei quali nell’indigenza. Non solo, hanno avuto anche l’ardire di ipotizzare scenari di ripresa e di ottimismo. In effetti l’ottimismo c’è stato ed è quello rappresentato dal mondo della finanza che si sta predisponendo a brindare ai suoi eccezionali risultati, avendo ingegnosamente riversato le proprie perdite su decine di migliaia di cittadini ignari, ingenuamente ancora fiduciosi in un sistema bancario un po’ più etico : le borse di tutto il mondo festeggiano risultati a volte a doppie cifre.
Insomma un 2019 ipocrita, dove la gente si è ulteriormente incattivita. Basta sfogliare le pagine di cronaca nera dei giornali per prender coscienza della recrudescenza dei reati contro la persona. Delitti, rapine, stupri, spaccio di narcotici, per non parlare poi della corruzione, concussione, falso in bilancio. Uno scenario che definirlo da quarto mondo potrebbe risultare un’offesa per coloro che oggi appartengono a questa categoria.
Forse mai nella storia del nostro Paese si è toccato il fondo dell’etica come nel 2019. La democrazia è oramai un sostantivo il cui significato è da ritenersi fuori luogo e quel che è peggio obsoleto. I detentori del potere politico, agevolmente manipolati da coloro che detengono quello economico, stanno soffocando il paese, agevolati da una preoccupante apatica indifferenza alle problematiche che assillano e oscurano in particolare il futuro di milione di persone.
L’ Augurio è quello che le cose possano cambiare, ma per farlo ci devono essere i presupposti, ma questi dove sono?