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L’Etica nella Finanza e nella Banca

Desidero iniziare questo mio intervento facendo riferimento all’incentivazione allo studio che alla fine degli anni 60 primi anni 70,  era attuata e sostenuta dal sistema produttivo, dove  le stesse aziende incentivavano i giovani lavoratori a proseguire negli studi,  concedendo permessi, pagando i libri di testo degli esami sostenuti con esito positivo e sostenendo le tasse universitarie. Al termine del corso di laurea, forse il premio più ambito era l’immediato inquadramento previsto dai CCNL per i laureati.

Era alquanto frequente negli anni 60 e 70 proseguire gli studi lavorando contemporaneamente

I sindacati, attraverso una lotta dura ma efficace, nei primi due decenni successivi al dopoguerra, riuscirono ad ottenere numerosi risultati di ordine sociale straordinari quali: il riconoscimento del diritto alle Ferie, alla maternità, all’indennità di malattia retribuita per periodi alquanto lunghi, ai permessi per motivi sindacali, di studio,  per sposarsi e per poter usufruire del ciclo di cure termali generalmente della durata di due settimane con viaggio, alloggio e vitto pagato. In particolare fu adottata la Scala Mobile, cioè l’adeguamento dei salari e stipendi al costo della vita. L’università era libera, cioè chiunque poteva iscriversi a qualsiasi facoltà, senza sbarramenti,  numeri chiusi e test d’ingresso.   

Erano i tempi del Boom-Economico-Italiano dove la crescita del Paese trovava riscontro nella crescita dei servizi pubblici e sociali. L’accesso alla sanità aperta a tutti, con i farmaci a totale carico dello stato, giusto per accennarne a qualcuno.    Nel 1969 viene istituita la Pensione Sociale per i cittadini ultra 65enni sprovvisti di assicurazione, che non hanno un minimo di reddito.  Visto che abbiamo accennato a quello che oggi è il grande problema delle Pensioni, sappiate che questo istituto è nato nel 1939 e prevedeva l’accesso alla pensione di vecchiaia  a 60 anni per gli uomini e a 55 per le donne e contemporaneamente veniva istituita la pensione di reversibilità a favore dei superstiti dell’assicurato e del pensionato. Sino al 1969 il calcolo era effettuato sulla base degli effettivi contributi versati.  Dal 1969 da quella che possiamo definire  la riforma scellerata di Brodolini,  si abbandona definitivamente ogni forma di capitalizzazione e si adotta la formula retributiva per il calcolo della pensione in forma generalizzata, calcolo che favorisce i pensionati ma non le casse dello stato. Non possiamo non citare le baby pensioni che furono inaugurate nel 1973 che consentiva ai soli dipendenti dello stato dopo soli 14 anni 6 mesi e 1 giorno di contributi, per le donne sposate con figli,  20 anni per tutti gli statali e  25 per i dipendenti degli enti locali di andarsene in pensione. Le baby pensioni vennero eliminate nel 1993. Ho accennato a questi fattori le cui conseguenze economiche stiamo pagando ancora oggi per cercare di capire, parlando di Etica, di come la storia moderna italiana in molte circostanze ha manifestato di esserne un po’ carente.  

In quegli anni si parlava di programmazione economica pluriennale sia in ambito politico sia in quello privato e soprattutto l’Etica e la deontologia professionale rivestivano un ruolo più attivo.

Sono solo passati  4/5 decenni e in questo lasso di tempo l’organizzazione sociale ed economica della nostra società ha assunto connotazioni materialistiche, che per alcuni versi possiamo definire preoccupanti o quanto meno da non sottovalutare.

Arrivando invece ai giorni nostri, constatata l’attuale situazione di crisi,  ritengo che il male peggiore, che  ha contribuito a spegnere i riflettori sulla speranza di una società migliore,  sia attribuibile proprio al declino dei valori portanti quali la Solidarietà,  la Professionalità e l’ETICA. Aldilà ovviamente di quegli aspetti di macroscopico opportunismo politico rappresentato da leggi, vedi le pensioni baby, che hanno contribuito a far lievitare il debito pubblico nei decenni precedenti.  I nuovi equilibri macroeconomici hanno messo alle corde la solidarietà e attraverso l’abbandono quasi totale dell’ETICA hanno orientato il loro interesse alla Produttività e Redditività, quali elementi esclusivi dello sviluppo.

L’esasperazione di questi due fattori, giustificabili a livello privatistico, hanno finito per condizionare anche quello pubblico.  L’uomo, l’individuo,  comincia a non essere più il centro dell’interesse dei governi, attenti più a incrementare il loro potere, regalando spesso, per aumentarne il consenso popolare, leggi che hanno finito per favorire solo alcuni settori socio-economici a scapito di altri.  Qui potremmo aprire una parentesi, accennando molto velocemente alla contrattazione collettiva nazionale dei lavoratori, dove alcune categorie perché, forti, ottennero e continuano ancora oggi a ottenere riconoscimenti remunerativi differenziati. Questa differenziazione retributiva e normativa del lavoro io l’addebito all’egoismo sindacale,  anch’esso non scevro.  pur di ottenere qualche tessera in più, di aver trascurato quell’Etica di base che avrebbe voluto e visto tutti i lavoratori su uno stesso piano.

L’abbandono dell’ETICA,  per perseguire la redditività a qualsiasi costo,  ha posto in essere comportamenti deleteri quali la corruzione, concussione, falso in bilancio, peculato, becero clientelismo e appropriazione indebita. Si è  consentito, attraverso la concussione e la corruzione di abbassare notevolmente il livello professionale della classe dirigente, in quanto l’individuazione dei soggetti da destinare alla gestione pubblica si è basata, oramai da decenni,  solo su valori clientelari.

Il grande ed abile burattinaio dell’attuale stato di fatto è la Finanza, che paradossalmente non ha mai commesso gli errori della politica, cioè di assegnare ruoli direttivi e strategici all’interno del sistema bancario e finanziario attraverso il clientelismo.   Non solo, la grande lobbie della Finanza nel mondo ha saputo coalizzarsi e solidarizzare, creando quello che io definisco il “Potere dei Poteri”. 

Corruzione, concussione, falso in bilancio, peculato, becero clientelismo, evasione  e appropriazione indebita hanno trovato terreno fertile in quei Paesi dove il livello culturale del rispetto dell’Etica era più fragile. Questo succintamente il quadro internazionale.   Consentitemi di esprimere una mia personale convinzione e cioè che la base di un popolo civile è rappresentata dalla sua ricchezza CULTURALE, non solo artistica ma la cultura quale senso civico rivolto al rispetto delle regole, delle leggi, del prossimo, sentendoci tutti individualmente possessori e pertanto difensori della proprietà pubblica e non invece quel becero concetto che tutto quello che è fuori dalla nostra di casa non ci appartenga.      

Venendo ai problemi di casa nostra è da tempo che sentiamo strombazzare da tutti i settori che ci stiamo impoverendo, che lo Stato si sta sempre più indebitando, che non ci sono più i soldi per la scuola, la sanità e per tutte quelle assistenze di carattere sociali rivolte ai soggetti più disagiati.  

Sentiamo ogni giorno parlare del continuo aumento del costo della vita, della disoccupazione oramai non solo giovanile, delle fabbriche che chiudono o che delocalizzano  trasferendo macchinari e now how all’est.

Nelle vostre famiglie chi sa quante volte avrete sentito parlare o più correttamente SBRAITARE” i vostri familiari per il peso notevole della pressione fiscale.

Come vedete in poche parole abbiamo, anche se molto succintamente,  indicato una innumerevole quantità di fattori, PIL, debito Pubblico, Costo della Vita, Scuola, Sanità, Comunicazioni  che indipendentemente se rientranti nella sfera pubblica o privata dei cittadini,  sostanzialmente altro non sono che soggetti sottostanti ad un sistema di “ECONOMIA GLOBALE

Da quando l’uomo ha cominciato a barattare i propri prodotti, ancora in assenza della moneta, ha posto in essere l’ECONOMIA.

Attraverso l’utilizzo della moneta quale base per gli scambi,   l’Economia si è mossa come fosse un autovettura con le marce.  Va comunque tenuto presente che questa macchina va guidata e solo dall’abilità del guidatore dipenderà il raggiungimento della meta prefissata in tempi più rapidi e nelle migliori condizioni. Il guidatore qui è rappresentato dai Governi.

Spero che coloro che si sono affacciati allo studio dell’economia abbiano sentito parlare o letto della velocità della moneta che semplicisticamente altro non è che il numero delle volte che la stessa moneta è stata scambiata in un identica area territoriale. Ciò rappresenta molto sinteticamente lo sviluppo economico di un paese.   

Da oltre 1000 anni la Banca ha assunto il ruolo di gestore e promotrice della ricchezza del territorio in cui opera. Quando parliamo di ricchezza, attenzione, non ci riferiamo esclusivamente a quella rappresentata dai suoi depositi, cioè la moneta e l’oro, bensì di tutte le attività economiche che ruotano intorno e che costituiscono la ricchezza complessivo del territorio che in questi ultimi due secoli ha assunto la denominazione di PIL Prodotto interno lordo.

La banca da semplice depositaria di denari si è trasformata nel tempo diventando il volano dell’economia reale. Dal semplice deposito di moneta ha iniziato a garantire i pagamenti effettuati dai suoi depositanti per poi spingersi nell’effettuare, lei, in modo autonomo, prestiti all’economia produttiva pretendendo, ovviamente il pagamento di quelli che tutti noi conosciamo essere gli Interessi bancari.

Da quanto anzidetto risulta chiaro e evidente che quanto più oculati sono i prestiti effettuati, tanto più l’economia cresce. Prestare il denaro ad una unità produttiva, dall’artigiano alla grande industria, se fatto in termini oculati e tecnicamente corretti,  questa operazione produrrà ulteriore ricchezza, permettendo all’azienda di crescere, di produrre e quindi vendere di più e di conseguenza aumentare il numero dei propri dipendenti, che percependo salari e stipendi, faranno crescere le attività commerciali.

Possiamo quindi asserire che il ruolo della banca è fondamentale e che al momento, nell’attuale consolidata struttura organizzativa della società moderna non si intravedono modalità diverse per far crescere e sviluppare l’economia di un Paese.  

Desidero sottolineare un concetto che sicuramente conoscete ma che è fondamentale quando parleremo dell’’ETICA:  una banca quando presta i suoi denari, questi in effetti non sono i suoi ma quelli che tanti altri risparmiatori le hanno affidato, pretendendo, peraltro,  il riconoscimento di un tasso d’interesse.  Questi prestiti, proprio perché non trattasi di beneficienza e assistenza, concetto questo molto importante, dovranno essere erogati dopo un attenta valutazione di affidabilità del richiedente in quanto l’eventuale difficoltà del debitore a restituire il prestito metterebbe in difficoltà la banca a restituire i denari a sua volta avuti dai depositanti. 

Ecco che il tasso d’interesse fatto pagare alla clientela, oltre a tener conto del tasso da riconoscere al depositante, dovrà tener conto anche dell’incidenza delle sofferenze, cioè di tutti quei prestiti erogati e non più rientrati.  

Scaturisce da quanto appena anzidetto il concetto consequenziale che se le sofferenze aumentano, cioè artigiani, aziende commerciali e industriali non riescono a onorare i prestiti ricevuti probabilmente, aldilà degli errori valutativi che la banca avrebbe potuto effettuare prima dell’erogazione, è perché tutto il sistema economico e produttivo è entrato in crisi, come quello che stiamo vivendo in Italia, Grecia, Spagna, Irlanda e Portogallo, anche se in termini minori ha bene o male toccato l’80% degli stati del mondo.

Un ulteriore concetto che è bene tenere a mente per una maggiore comprensione di come la finanza e la banca si muovono sugli scenari nazionali e internazionali,  e che forse avete studiato tra i primi elementi dell’economia, è quello del  libero mercato, sulla formazione dei prezzi, quel concetto dove,  attraverso l’incontro della Domanda e dell’Offerta,  si forma il prezzo di vendita di un bene o di un servizio. Il libero mercato è l’ambito democratico, cioè libero da vincoli e laccioli,  dove il prezzo del pane, della pasta, dell’automobile ecc. ecc. si stabilisce. E’ qui che ahinoi s’innestano fattori estranei e fuorvianti la libera circolazione dei prodotti e dei servizi, venendo influenzati dall’ingerenza dei poteri forti rappresentati dalle lobbie. Non so quanti di voi andando all’estero hanno riscontrato che numerosissimi prodotti e servizi scontano prezzi di gran lunga inferiore ai nostri.  Particolarità questa che ha riguardato il comparto farmaceutico e delle energie. Meriterebbero una discussione appropriata il settore delle armi che dopo quello energetico è quello che ancora oggi, nel 2014, fattura più di tutti gli altri e quello dell’agricoltura o dell’alimentazione in genere, fatti oggetto di vera pirateria politica .  In materia di Agricoltura e del settore proprio dell’Alimentazione non entriamo nel merito in quanto avremmo bisogno di tanto ma tanto tempo.  

Ecco è qui che inizia la tematica effettiva del nostro incontro ovvero l’ETICA NELLA FINANZA E NELLA BANCA.

Io sono solito attribuire alla finanza e alla banca un duplice ruolo Etico, distinto e separato.

L’Etica intesa come il comportamento corretto o scorretto degli operatori diretti e indiretti (per indiretti intendiamo quei fattori esterni quali la politica e le lobbie della stessa finanza, industria, chimica, farmaceutica e delle armi).

E   l’Etica quale funzione qualificante  della banca, ovvero il suo scopo principale,     che  dovrebbe essere quello straordinario pensiero economico che  ha come fine l’uso del denaro,  come mezzo e non come scopo, avendo a riferimento la persona umana.    Non vorrei scoraggiarvi ma questo concetto è ancora nello stato embrionale. Si è affacciato nella realtà operativa soprattutto in alcuni paesi del terzo mondo con il MICROCREDITO. Elemento propulsivo delle piccole economie rurali povere,  che se pur funzionanti in molti casi, proprio per le modeste dimensioni e per le non numerose iniziative sono intraviste più come opere di beneficienza spicciola. In questi ultimi anni sono sorte delle Banche Etiche, anche qui in Italia, che hanno come scopo la cooperazione sociale, cooperazione internazionale, cultura e tutela ambientale.  Il problema sta,  non nella nascita di nuove Banche Etiche, ma nel far acquisire all’intero sistema bancario gli standard operativi orientati all’ETICA dove, come abbiamo già detto l’interesse più alto è quello di tutti e non degli azionisti. 

Nella locandina di presentazione di questa giornata, avrete letto questa che io ritengo sia la più corretta definizione non della Banca o della Finanza Etica ma di quello che il sistema economico produttivo dovrebbe rappresentare nella società moderna:

L’Etica nella Finanza e nella Banca altro non è che la Democrazia Economica,  ritenendo che il Credito, in tutte le sue forme sia un diritto umano, quindi un’attività di promozione umana, sociale ed ambientale, valutando gli interventi  con il duplice criterio della vitalità economica e dell’ utilità sociale.

Peraltro  concetto è stato fatto proprio dall’art. 41 della nostra Costituzione.

“L’iniziativa economica privata è libera.

Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.”

RILEGGIAMOLO

Da adesso vediamo di instaurare un dialogo diretto attraverso le vostre domande,  le quali più saranno critiche e profonde,  tanto più costruttivo sarà il nostro incontro.  Manifestate pure le vostre criticità, i vostri pensieri, fatelo liberamente, perché è molto importante ascoltare i vostri giudizi, come è altrettanto importante darvi, a volte, dei chiarimenti su alcuni luoghi comuni falsi. ( Per esempio,  oggi tutti stiamo attaccando il sistema bancario perché   ha frenato l’erogazione dei prestiti. Vi rivolgo questa domanda: se due vostri amici in difficoltà economica vi chiedessero un prestito, attenzione un prestito non una beneficienza, voi gli dareste parte della vostra paghetta?  Io ho qualche dubbio.) Oggi sta avvenendo proprio questo,  che in piena crisi,  le aziende stanno collassando. (Anche qui sarebbe molto interessante aprire una discussione mirata per capire e valutare la portata della nostra crisi industriale, per me conseguenza di una mancata riorganizzazione e trasformazione aziendale che in Italia non è mai avvenuta, probabilmente perché il settore era troppo “governativamente sostenuto” mentre nella stragrande maggioranza dei paesi occidentali e asiatici è in atto sin dalla fine degli anni 60.) Motivo questo per cui le banche sono molto attente ad erogare ulteriori crediti.

Attenzione, altro aspetto è il modo con cui hanno utilizzato i fondi della Banca Centrale Europea o il fatto  che in Italia, in particolare,  scontiamo i costi più alti di tutta l’Europa dei servizi bancari .

In mezzo a tutti questi aspetti negativi e anche poco Etici del sistema Bancario Italiano, è doveroso oggi sottolineare un aspetto positivo. Il sistema bancario italiano sotto il profilo della qualità degli investimenti è tra i migliori in Europa e non solo. Ricordate la crisi del mattone in Spagna e negli USA? dove per numerose banche è dovuta intervenire la banca centrale per i mutui erogati con troppa faciloneria? In Italia ciò non è avvenuto, non perché c’è ristrettezza nell’erogazione del credito ma perché sono in uso sistemi valutativi efficienti. E’ doveroso da parte mia dire che invece l’erogazione del credito nei confronti dei grandi gruppi industriali lascia purtroppo molto a desiderare proprio sotto il profilo etico e le eventuali conseguenze negative ricadono, attraverso gli interventi delle banche centrali, sulla collettività dei cittadini.   Proprio in questi giorni Banca d’Italia ha reso pubblico il dato delle sofferenze bancarie, che a causa della crisi, al 31 dicembre 2013 hanno superato l’ammontare di 150 miliardi. Per fortuna che l’assetto patrimoniale del nostro sistema bancario è ancora discreto.

Per capire la necessità di un immediato risvolto Etico faccio un passo indietro.

In questi ultimi 40 anni, vi ricordate che prima abbiamo accennato alla velocità della moneta? Bene in questi ultimi decenni i sistemi di comunicazione si sono spaventosamente evoluti. Voi ragazzi siete oramai dei maghi di Internet, vi scambiate immagini, testi, musiche in tempo reale, con un semplice cellulare comunicate con qualsiasi vostro amico nel più remoto posto di questo pianeta.

Questo ha acconsentito al sistema bancario una straordinaria accelerazione delle sue transazioni. (Transazioni sono le operazioni bancarie).  Prima per trasmettere dei soldi in un altro stato passavano non meno di 5/6 giorni. Oggi un nostro bonifico, con una semplice e comune connessione ADSL arriva al beneficiario nello spazio di un “CLIC”.

Oggi acquistiamo attraverso Internet dagli USA, dalla Cina, dal Giappone. Soprattutto voi,  penso che qualche volta avrete acquistato materiale elettronico o musicale direttamente da questi paesi.

Bene, questa si chiama globalizzazione.

Questo sistema di comunicazione ha sconvolto il mondo finanziario, economico e soprattutto quello politico .  La politica nell’ambito del territorio in cui opera, si è vista esautorata del suo potere decisionale e a volte anche dispositivo. Le enormi masse di denaro circolante, flottanti da una parte all’altra del pianeta, spesso non sempre ben identificabili,  ha fatto si che l’ordine dei fattori s’invertisse. Oggi sono le lobbie della finanza che dettano le strategie politiche dei governi.

Qualcuno ha asserito ed io ci credo, che la disponibilità di liquidità tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90, unitamente alla folle corsa degli armamenti, attraverso l’ingerenza nella politica USA delle lobbie delle armi, ha consentito a porre in essere le strategie militari in Iraq e Afghanistan, travestite da missioni di pace. Mentre nei decenni immediatamente dopo la seconda guerra mondiale alcuni interventi bellici, vedi Vitnam, erano dettati dalla necessità di tutelare i propri spazi di ingerenza, nel bel mezzo della cosiddetta “Guerra Fredda” tra il blocco sovietico e quello atlantico e dalla Cortina di Ferro tra l’Europa occidentale e quella orientale. 

La Politica ahimè (intesa in senso generale e spesso non solo qui da noi in Italia, come abbiamo visto) ha dimostrato di essere troppo legata al passato, non avendo la capacità di saper rinnovare  i sistemi di governance, diventando essa succube proprio dei poteri forti,     che ne condizionano le scelte,  quelle decisioni che oggi sembrano portare gli interessi primari di una nazione in un secondo piano.

Vi ricordate all’inizio abbiamo citato il libero mercato e la formazione del prezzo attraverso l’incontro della domanda e dell’offerta. Oggi la mia personale convinzione è che il libero mercato sia solo una UTOPIA. Il mercato nazionale e quello mondiale è troppo condizionato dalle politiche finanziarie che sottostanno agli interessi di alcuni settori che hanno come unico ed esclusivo scopo l’arricchimento.

Sin’ora abbiamo parlato di Banca ma voi avrete sentito parlare di tante anzi numerosissime società finanziarie che non sono banche ma che svolgono attività di intermediazione finanziaria, a volte di emanazione bancaria o al servizio dei grandi gruppi industriali,  disponendo di enormi masse di liquidità monetaria,  con le quali possono fare il bello e il brutto tempo in grandi e vaste aree territoriale del mondo. Masse di denaro liquido spesso senza nome, pronte ad essere dirottate con un semplice clic laddove si rende conveniente speculare. 

Mi chiederete sicuramente come si sono formate queste enormi masse di liquidità. Si son formate in questi ultimi decenni attraverso la speculazione finanziaria mai, mai combattuta da nessun governo. E’ stato concesso loro, alle società finanziarie e alle banche di escogitare operazioni di vera alchimia finanziaria. Operazioni di fantasia senza che sotto ci sia un vero corrispettivo “economico”.  Si è consentito di giocare liberamente e legalmente sull’andamento di un titolo o di un prodotto agricolo o di un prodotto energetico. Le cosiddette operazioni a premio, Isoalfa ecc. Basti riflettere su questo fatto: le operazioni finanziarie in un determinato istante rappresentano generalmente un controvalore dalle 150 alle 200 volte il valore patrimoniale delle azioni e della moneta circolante in tutto il mondo.  Valutazione questa sicuramente per difetto anche per la difficoltà di un serio monitoraggio globale. Basti pensare a tutte quelle operazioni rappresentate solo da un impegno di detenzione di una certa liquidità per il solo spazio temporale di 24 ore. Le cosiddette operazioni overnight.

Forse avrete sentito, nei giorni di grande turbolenza finanziaria,  che la Borsa di Milano aveva temporaneamente sospeso la compravendita di azioni quotate in borsa ”ALLO SCOPERTO”.  Mi spiego per chi non conosce l’argomento. Il sistema di intermediazione finanziaria consente l’acquisto o la vendita di azioni  senza averne la disponibilità. Si, proprio così. Io potrei vendere delle azioni che non ho mai avuto, che non posseggo. Se avessimo il tempo di esaminare alcuni regolari contratti di borsa, attinenti ad operazioni finanziarie, ci renderemmo conto che tutto ciò non ha nullo di concreto con il mondo produttivo.  

 E dove secondo voi si rende conveniente speculare?

Laddove sono in carica governi, deboli, inefficaci, corrotti e soprattutto dove la cultura dell’ETICA e della Dignità DI UN POPOLO lasciano a desiderare.

Comprendo che quello enunciato è un concetto forte ma se la corruzione e l’inefficienza di un intero sistema statale rappresenta l’ordinaria amministrazione, dove nonostante la presa d’atto di fatti e eventi di macroscopico malcostume continuano a rappresentare il sistema, senza che si sia formata  una coscienza culturale reattiva a questi pescicani della politica e della finanza, questi  continueranno ad operare indisturbati arricchendosi sempre di piùai danni di un intera popolazione.    

Un piccolo ma banale esempio:

da quattro anni, e in modo più evidente negli ultimi due, gli indicatori economici quali PIL, disoccupazione, costo della vita, sono sempre più negativi.  Mi riferisco al contesto italiano. Nel 2013 lo spread nei confronti dei Bund tedeschi da 570 punti è sceso sotto i 200. In questi ultimi giorni è risalito a 210. La Borsa di Milano,  soprattutto da novembre scorso sta andando come un treno. Ciò vuol dire che si stanno acquistando azioni delle aziende italiane, visto che le quotazioni, giorno dopo giorno salgono. Ma tutto ciò non è strano? Non stride con la realtà economica negativa del paese? Le aziende chiudono, licenziano, mettono gli operai in cassa integrazione o addirittura delocalizzano all’estero. Come mai invece la borsa cresce in presenza di indicatori negativi? Quali speculazioni sono in corso? La mia personale opinione è che in questi momenti di crisi, dall’estero stanno rastrellando le azioni delle nostre migliori aziende, per assumerne il controllo per poi  trasferirle all’estero o peggio ancora per distruggerle. Si forse non vi sarà noto che le grandi multinazionali spesso acquistano aziende che se in certe aree territoriali sono con loro in competizione,  le acquistano e dopo le eliminano, si eliminate fisicamente, non trasformate.  Tutto ciò avviene nella più trasparente indifferenza verso tutte quelle problematiche sociali che si scatenano allorquando un territorio viene interessato dalla chiusura di attività produttive che impattano violentemente nella sfera privata di tanti cittadini, di altrettante famiglie a cui oltre ad esser negato il laovor, quindi un salario, con cui mantenersi, a costoro è stata tolta anche la speranza.  Vi do un ulteriore dato emblematico. Nel 2013 i 100 personaggi più ricchi del mondo, in piena crisi, si son visti aumentare il loro patrimonio di circa il 10%. Milioni di famiglie non hanno di che vivere. Grandi aree territoriali, vedi in particolare la Grecia,  sono state letteralmente portate alla povertà, mentre pochi soggetti, il solito manipolo continua ad arricchirsi grazie anche e soprattutto alla miopia politica di tanti governi.  

L’ETICA in tutto ciò non trova applicazione. Se per noi l’Etica è il rispetto delle regole, il rispetto della dignità dell’uomo, della necessità di far crescere cultura e benessere insieme con un attento sguardo anche ai popoli meno fortunati, allora posso asserire che sotto il profilo Etico l’uomo sta vivendo ancora all’età della Pietra.

Pompeo Maritati