Perché votare SI alla riduzione dei parlamentari
L’attuale Parlamento Italiano si compone di 945 parlamentari: 630 Deputati e 315 Senatori, più 5 Senatori a vita. La popolazione italiana ad inizio 2020 era di 60.317.000, quindi avremo un parlamentare ogni 64.167 abitanti.
Gli aventi diritto al voto per la camera dei deputati sono 47.160.244, avremo pertanto un deputato ogni 74.857 votanti. Per il senato, gli aventi diritto al voto sono 43.062.020, in quanto per votare bisognerà avere l’età minima di 25 anni, quindi ci vorranno 136.704 consensi per un senatore.
In Europa lo stato che detiene dopo di noi il maggior numero dei parlamentari è la Germania con 709 e una popolazione di 80 milioni. Segue la Camera dei Comuni del regno Unito con 650 parlamentari e una popolazione di 67 milioni. La Francia ne ha 577 con una popolazione di 67 milioni di abitanti. La Spagna con i suoi 46 milioni di abitanti ha 350 parlamentari. Se poi ci spostiamo oltre l’Atlantico rileviamo che negli USA sono complessivamente 535 su 328,2 milioni di abitanti.
Qualcuno potrebbe obiettare che in qualche stato esiste una seconda camera, verissimo, come la Camera dei Lord nel Regno Unito, ma non ha alcun potere legislativo, trattasi di una camera rappresentativa, consultiva.
L’attuale referendum sulla riduzione dei Parlamentari, da più parti ritenuto sbagliato, prevede, in caso di vittoria dei SI, la riduzione complessiva di 345 parlamentari: 230 alla Camera e 115 al Senato. Avremo così un Parlamento composto di 600 parlamentari, 400 alla Camera e 200 al Senato, un numero che ritento più che congruo e in linea generale in linea con agli altri stati europei.
Ne conseguirà che per eleggere un deputato ci vorranno 117.901 voti, e 215.310 per un senatore.
Ritengo positiva questa riduzione, non per la sventolata bandiera della riduzione dei costi del parlamento, cosa da annoverare tra le ipotesi ridicole, in quanto poi basta una legge sbagliata o peggio ancora pilotata a favorire i soliti interessi privatistici, per bruciare decine di miliardi nel giro di una sola ora di lavori parlamentari, ma per una maggiore responsabilizzazione (ammesso che la nostra politica un giorno possa definirsi tale).
Non solo, la necessità di maggiori consensi elettorali per una singola candidatura dovrebbe (in linea teorica) richiedere maggiori sforzi corruttivi e quindi più agevolmente individuabili.
Sta di fatto che l’orientamento favorevole alla riduzione dei parlamentari, voluto dalla maggioranza della popolazione, scaturisce più da un senso di rabbia nei loro confronti, in quanto in questi ultimi decenni si sono contraddistinti, i nostri parlamentari, per scarso senso etico. Pertanto il problema sostanziale risiede non tanto nel numero, quanto nella loro qualità etica. E’ inutile nascondercelo, il livello del clientelismo e della corruzione da noi è elevatissimo e quel che è ancora peggiore, è il fatto che sia dilagato in tutti i settori della società.
Solo un serio processo di recupero dell’etica politica potrà dare speranza a questo paese. Coloro che avranno questa capacità, avranno il mio consenso.
Pompeo Maritati